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Lizzano (Cesena)

Coordinate: 44°07′31″N 12°10′30″E
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Lizzano
frazione
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Forlì-Cesena
Comune Cesena
Territorio
Coordinate44°07′31″N 12°10′30″E
Abitanti
Altre informazioni
Cod. postale47023
Prefisso0547
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lizzano
Lizzano

Lizzano è una piccola frazione di Cesena sita nel quartiere Oltre Savio, un tempo nota soprattutto per ospitare la settecentesca Villa Silvia, luogo di incontro e svago per personaggi del mondo della cultura come Giosuè Carducci e Alessandro Bonci.

In seguito nei pressi di Lizzano il Comune scelse di realizzare un grande impianto sportivo sul quale tuttora si allena l'A.C. Cesena[1], noto come centro sportivo Villa Silvia e dedicato al fondatore del Cesena Calcio, conte Alberto Rognoni.

Nel 2000 balzò alle cronache nazionali per la tristemente famosa strage di Lizzano[2].

Acquistata dalla famiglia Pasolini-Zanelli nel 1806 divenne il salotto buono della cultura romagnola. Carducci e Bonci sono solo alcuni dei nomi più famosi per aver frequentato la villa, insieme con Paolo Amaducci o Antonio Messeri. Il 3 settembre 1920 la contessa Silvia Baroni Semitecolo (vedova Pasolini Zanelli) morì senza più eredi, e in qualità di ultima inquilina della villa, la lasciò in eredità al Comune di Cesena[3].

Venne in seguito utilizzata come colonia estiva per bambini colpiti da tubercolosi.

Dalla primavera 2007 la villa è divenuta la sede operativa dell'AMMI (Associazione Musica Meccanica Italiana) che sviluppa l'attività di divulgazione, salvaguardia e restauro degli strumenti musicali meccanici e cura l'allestimento di un museo permanente di strumenti musicali di particolare interesse, attività didattiche per ragazzi, un laboratorio e una scuola di restauro.

Carducci e Bonci a Villa Silvia

Memore del glorioso passato di Villa Silvia, la presenza dall'AMMI vuole interpretare la volontà e l'ultimo desiderio della contessa Silvia facendosi promotrice di iniziative e attività che diffondano la cultura e la tradizione musicale[4].

Circondata da un'area verde di quattro ettari che vanta numerose piante secolari, conserva un roseto antico di epoca ottocentesca. La stanza del Carducci è tuttora visitabile: allo stesso poeta è dedicata una mostra permanente allestita all'interno della villa.

Strage di Lizzano

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Dopo alcuni giorni di apprensione e mistero, il 6 febbraio 2000 in un pozzo di una piccola casetta a Lizzano vengono ritrovati i corpi, in avanzato stato di decomposizione, dei genitori, della moglie e della figlia di Massimo Predi, da tutti conosciuto come Gillo. Predi nel frattempo è irreperibile da alcuni giorni. Il suo efferato delitto sconvolge l'Italia[2]. Viene arrestato l'11 febbraio a Bari, poi condannato all'ergastolo sia in primo grado che in appello[5].

  • Denis Capellini, Guida di Cesena, Città Malatestiana, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2001, ISBN 88-8312-175-9.