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Isolani del Pacifico

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Gli isolani del Pacifico, chiamati anche oceaniani con riferimento all'Oceania o Pasifika in inglese, sono gli abitanti indigeni della regione dell'Oceania che comprende le isole e gli arcipelaghi dell'Oceano Pacifico ad eccezione dell'Australia.

Le tre maggiori divisioni tradizionali dell'Oceania, ossia Polinesia, Melanesia e Micronesia

Regioni storiche

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Planisfero Mercatore di A.-H. Brué (1816), centrato sul Grand Océan

Nel 1804, il geografo francese Conrad Malte-Brun (1775-1826), nel suo trattato di Géographie mathématique, physique et politique pubblicato con Edme Mentelle, propose il termine di "Oceanico" («Océanique» in francese) per riunire sia l'Australasia che la Polinesia[1] di Charles de Brosses. Malte-Brun riprese la denominazione di «Terres océaniques» anche nel 1810 e nel 1812.

Il termine "Oceania" («Océanie» in francese) fu coniato dal cartografo Adrien-Hubert Brué per la mappa che pubblicò nel 1814, e di cui il titolo completo è «Océanie, ou cinquième partie du monde, comprenant l'archipel d'Asie, l'Australasie et la Polynésie (ou le continent de la Nouvelle-Hollande et les îles du Grand Océan)»[2].

Il termine di "Melanesia" come quello di "Micronesia" sono stati invece coniati dal francese Grégoire Louis Domeny de Rienzi[3], poco prima di essere riprese davanti alla Société de Géographie e rese popolari da Jules Dumont d'Urville intorno al 1832, per dividere l'Oceania in quattro parti, insieme a quelli già noti della Polinesia e della Malesia (arcipelago malese allora considerato come parte integrante del Pacifico). Il termine Melanesia deriva dal greco antico μέλας ("nero") e νῆσος ("isola"), cioè "isole dei neri".

Canachi di Nuova Caledonia, verso 1880.

Questa antica definizione si basava su preconcetti razziali che non corrispondono all'antropologia moderna.[4] A questa ripartizione tradizionale dell'Oceania, utilizzata anche dalle Nazioni Unite per dividere il mondo in macroregioni, viene talvolta preferita la divisione in due regioni, l'Oceania vicina e l'Oceania lontana, proposta nel 1973 dai geografi Roger Green ed Andrew Pawley[5], che meglio rappresenterebbe le differenze geografiche e storiche tra le regioni del continente.[6]

(EN)

«Although based on a superficial understanding of the Pacific islanders, Dumont d’Urville’s tripartite classification stuck. Indeed, these categories — Polynesians, Micronesians, Melanesians — became so deeply entrenched in Western anthropological thought that it is difficult even now to break out the mould in which they entrap us[7]. Such labels provide handy geographical referents, yet they mislead us greatly if we take them to be meaningful segments of cultural history. Only Polynesia has stood the tests of time and increased knowledge, as a category with historical significance»

(IT)

«Sebbene basata su una comprensione superficiale degli isolani del Pacifico, la classificazione tripartita di Dumont d'Urville è rimasta bloccata. In effetti, queste categorie - polinesiani, micronesiani, melanesiani - sono diventate così profondamente radicate nel pensiero antropologico occidentale che è difficile anche adesso rompere lo stampo in cui ci intrappolano (Thomas, 1989). Tali etichette forniscono utili riferimenti geografici, ma ci fuorviano notevolmente se li consideriamo segmenti significativi della storia culturale. Solo la Polinesia ha superato le prove del tempo e accresciuto la conoscenza, come categoria con significato storico»

Etnolinguistica

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Lo stesso argomento in dettaglio: Papuani e Austronesiani.
Distribuzione moderna delle lingue austronesiane.

Riguardo alla loro etnia, gli isolani del Pacifico possono essere divisi in due diverse classificazioni:

Le lingue austronesiane (Blust, 1999)[10]

Se le lingue oceaniche costituiscono una famiglia linguistica ben documentata con l'esistenza di una lingua proto-oceanica (POc) comune, quella della cultura Lapita, le lingue papuane sono caratterizzate dal fatto che sono lingue non-austronesiane.

La Melanesia, come anche la Micronesia, non constituisce una famiglia etno-linguistica o culturale. La Polinesia, oltre il solito Triangolo polinesiano comprende anche la Polinesia periferica e deve essere associata ad isole spesso definite a torto come "melanesiane", come Rotuma o i locutori del figiano occidentale, facenti parte della stessa famiglia[11].

Migrazioni interne

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Le Hawaii hanno una popolazione di nativi hawaiani che è diminuita considerevolmente dal contatto iniziale con l'Occidente, di solito datato dall'arrivo di James Cook nel 1778. Da una stima che va da 300 000 a 683 000 quell'anno, la popolazione nativa era scesa a 71 019 nel 1853.[12] In tutto l'arcipelago, nel 2020, 156 456 persone si identificano come essendo "nativi hawaiani", senza contare gli hawaiani che risiedono nel continente americano.[13] Le Hawaii vantano anche una popolazione cospicua proveniente dalla Micronesia (inclusi i Chamorro delle isole Marianne), con molti micronesiani che avrebbero subito discriminazioni per mano dei nativi hawaiani polinesiani. Anche i migranti provenienti da aree come Palau, le Isole Marshall o gli Stati Federati di Micronesia hanno subito discriminazioni nella stessa Guam, nonostante entrambi fossero culturalmente "micronesiani".[14]

I samoani, il più grande gruppo etnico, sono ormai più numerosi negli Stati Uniti (220 000) che nello stato di Samoa (205 000 senza contare quelli delle Samoa Americane 50 000) e lo saranno fra poco anche in Nuova Zelanda (190 000) e in Australia (75 000).

La Nuova Zelanda ha la più grande popolazione di polinesiani al mondo; consiste non solo della loro popolazione nativa maori, ma anche di immigrati provenienti da altre isole polinesiane, comprese le Isole Cook, Samoa e Tonga, soprattutto ad Auckland e dintorni.[15][16]

L'Australia ha la terza più grande popolazione polinesiana, oltre ad avere la più grande popolazione di Figiani al di fuori delle Figi. La popolazione polinesiana australiana è composta da māori, così come da immigrati originari degli stessi paesi di quelli che sono emigrati in Nuova Zelanda.[17] Nel 2022, ci sono state polemiche sulle proposte per costruire una casa tradizionale di riunione māori (conosciuta come Marae) a Sydney. Ciò è stato visto come una mancanza di rispetto nei confronti dei proprietari terrieri aborigeni australiani, poiché i māori non sono considerati indigeni dell'Australia.[18]

La Nuova Caledonia ha la più grande popolazione di abitanti di Wallis e Futuna, superando quelli che vivono a Wallis e nelle isole Hoorn.[19]

Profili regionali

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Lo stesso argomento in dettaglio: Micronesia.

La Micronesia comprende le Isole Gilbert[20], Nauru, le Isole Marianne (Guam inclusa), le Isole Marshall e le Isole Caroline (Palau e gli Stati Federati di Micronesia). È composta da più di 2 100 isole, con una prevalenza di atolli, sparse da est a ovest per più di 4 700 chilometri su una superficie oceanica di oltre quattro milioni e mezzo di chilometri quadrati.

Mappa delle lingue micronesiane.

La Micronesia è spesso caratterizzata dall'esistenza di una lingua diversa per ogni isola o per ogni gruppo di isole - con la notevole eccezione del gilbertino e del marshallese che si estendono sui rispettivi arcipelaghi, e nella sua area centrale - le Isole Caroline - da concatenamenti dialettali piuttosto complessi, che secondo i linguisti costituiscono tre, sette o undici lingue diverse. Se la maggior parte delle lingue appartengono a un solo sottogruppo chiamato appositamente micronesiano, esistono anche lingue che non sono oceaniche come il chamorro e il palauano, come anche lo yapese o il nauruano che non fanno parte di questo sottogruppo. Infine ci sono anche due lingue, quelle degli Outliers della Polinesia periferica, quelle di Kapingamarangi e di Nukuoro. La lingua di Mapia, ora estinta, faceva invece parte della regione anche se situata in Nuova Guinea Occidentale.

Polinesia e Figi

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Lo stesso argomento in dettaglio: Polinesia e Popoli della Polinesia.
Il Triangolo polinesiano è una regione geografica dell'oceano Pacifico con le Hawaii (1), la Nuova Zelanda (2) e l'Isola di Pasqua (3) ai suoi vertici. Al suo centro si colloca Tahiti (5), con le Samoa (4) verso ovest.

La Polinesia consiste in un insieme di arcipelaghi e di isole disposti a triangolo che copre la regione centro-orientale dell'Oceano Pacifico. Il triangolo è delimitato dalle Isole Hawaii a nord, dalla Nuova Zelanda a sud-ovest e dall'Isola di Pasqua a est. Il resto della Polinesia comprende le Isole Samoa, le Isole Cook, la Polinesia francese, l'isola Niue, Tokelau e Tuvalu, Tonga, Wallis e Futuna, Isola Norfolk e le Isole Pitcairn. Composta da 118 isole divise in 5 arcipelaghi maggiori comprende anche la Polinesia periferica situata nelle tre altre macroregioni.

La Polinesia, in quanto area di lingua oceanica di più recente insediamento, corrisponde più da vicino alla caratterizzazione di una lingua per isola o per gruppo di isole, spesso con grandi distanze tra un gruppo o una lingua e l'altro. A causa delle enormi distanze e delle profondità temporali, il concatenamento dialettale non è comune in Polinesia, dove si parlano diciannove lingue. Nelle isole Figi, d'altra parte, esiste una complessa catena di oltre trenta dialetti, con le varietà occidentale ed orientale mutuamente intelligibili[21]. Il polinesiano costituisce un sottogruppo di livello inferiore dell'oceanico, i cui parenti più stretti sono le lingue delle Figi e di Rotuma. Tutte le lingue della Polinesia geografica appartengono a questo sottogruppo, così come le quindici lingue polinesiane dette della Polinesia periferica, parlate altrove, in Melanesia o Micronesia. Queste lingue rappresentano migrazioni a ritroso di parlanti polinesiani avvenute diversi secoli dopo l'insediamento iniziale della Polinesia (che si stima abbia avuto luogo circa 1000 anni fa).

Le isole Figi, spesso considerate come non facendo parte della Polinesia tradizionale, sulla base di pregiudizi razziali risalenti al XIX secolo, sono molto più connesse al triangolo polinesiano e alle lingue del Pacifico centrale, specie per la lingua figiana occidentale.

Lo stesso argomento in dettaglio: Melanesia.

La Melanesia è rappresentata dalla Nuova Guinea, l'Arcipelago di Bismarck, Isole dell'Ammiragliato, Bougainville, Isole Salomone, Nuova Caledonia, Isole della Lealtà, Vanuatu, Figi e altre isole. Composta da quasi 2.000 isole che coprono un'area totale di circa 385.000 miglia quadrate.

  1. ^ Termine che comprendeva allora tutte le isole dell'Oceano Pacifico (Grand Océan) e non solo quelle attribuite oggi alla sola Polinesia odierna.
  2. ^ "Oceania ossia la quinta parte del mondo, comprendente l'arcipelago d'Asia, l'Australasia e la Polinesia - o il continente della Nuova Olanda e le isole del Grande Oceano".
  3. ^ Oceania, o, Quinta parte del mondo : rivista geografica ed etnografica della Malesia, della Micronesia, della Polinesia, e della Melanesia sui resultati dei viaggi e delle scoperte dell'autore e de' suoi predecessori e colle nuove classificazioni e divisioni di quelle contrade di G.L. Domeny de Rienzi; traduzione di A. Francesco Falconetti. Venezia: Giuseppe Antonelli Ed., 1838-1843, 3 volumi: 304 illustrazioni, 5 mappe; 24 cm.
  4. ^ Serge Tcherkézoff, A Long and Unfortunate Voyage Towards the ‘Invention’ of the Melanesia/Polynesia Distinction, 1595–1832 (PDF), in The Journal of Pacific History, vol. 38, n. 2, 2003, pp. 175-196.
  5. ^ (EN) Roger Green e Andrew Pawley, in Dating the Dispersal of the Oceanic Languages, 1973.
  6. ^ Erica Vecchio, Un oceano di sguardi. Gli europei alla scoperta del Pacifico, gli oceaniani alla scoperta dell'Europa, Soldiershop, 2016, ISBN 8893271648.
  7. ^ Nicholas Thomas, 1989, Out of time: history and evolution in anthropological discourse. 149 pp. Cambridge: University Press (Studies in Social Anthropology 67) [second edition, Ann Arbor: University of Michigan Press, 1996]; traduzione in francese, 1998, Hors du temps, Belin, Paris.
  8. ^ Con la principale eccezione dei Chamorro e di Palau che parlano lingue maleo-polinesiache.
  9. ^ britannica.com
  10. ^ Blust, Robert A., Subgrouping, circularity and extinction: some issues in Austronesian comparative linguistics, in Zeitoun, Elizabeth e Li, Paul Jen-kuei (a cura di), Selected Papers from the Eighth International Conference on Austronesian Linguistics, Institute of Linguistics (Preparatory Office), Academia Sinica, 1999, pp. 31–94.
  11. ^ Le lingue del Pacifico centrale, vedasi John Lynch, Malcolm Ross & Terry Crowley. 2002. The Oceanic languages. Richmond, Surrey: Curzon Press.
  12. ^ Questa drastica diminuzione è stata in gran parte dovuta all'introduzione di malattie (tra cui colera, varicella, influenza, morbillo, parotite e sifilide), per le quali il sistema immunitario e la competenza medica degli indigeni erano del tutto impreparati, ma anche con l'introduzione delle armi da fuoco.
  13. ^ Nel 2020, tra gli individui censiti negli Stati Uniti come NHPI (ossia Native Hawaiians and Pacific Islanders, da soli o in combinazione), c'erano circa 620 000 identificati come "nativi hawaiani", 212 000 come samoani, 156 000 come chamorro, 65 000 come tongani e circa 50 000 come figiani. Anche se non si sa con esattezza quante di questi hawaiani siano di razza mista: probabilmente oltre il 90% lo sarebbero, anche se nelle Hawaii il 33% del totale censito si dichiara di sola razza hawaiana. (EN) Sara Kehaulani Goo, After 200 years, Native Hawaiians make a comeback, su Pew Research Center, 6 aprile 2015. URL consultato il 3 febbraio 2023. · (EN) Elaine Winters e Mark Swartz, Hawaiians, su Everyculture, 6 aprile 2015. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  14. ^ #Esseremicronesiano alle Hawaii significa molto odio online, su civilbeat.org, 19 settembre 2018.
  15. ^ Microsoft Word - Master TSB.Reformatted.doc (PDF), su scholarspace.manoa.hawaii.edu. URL consultato l'8 febbraio 2022.
  16. ^ Il "sogno neozelandese" è andato male per gli isolani del Pacifico di Auckland?, su TheGuardian.com, 19 novembre 2018.
  17. ^ Ancestry | Australia | Community profile, su profile.id.com.au. URL consultato il 4 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2021).
  18. ^ I micronesiani provano odio alle Hawaii, condannano le sparatorie della polizia, su ABC News.
  19. ^ Derivanti da diverse ondate di immigrazione dagli anni '40 ma anche da un alto tasso di natalità all'interno di questa popolazione, ora sono più numerosi che a Wallis o a Futuna. Con 21 262 Wallisiens nel 2009, rappresentano 8,66% della popolazione totale dell'arcipelago. Nel 2014, erano 21 926 individui, cioè 8,2% della popolazione della Nuova Caledonia. (FR) Censimento della popolazione in Nuova Caledonia nel 2014 - Insee Première - 1572, su insee.fr. URL consultato il 13 agosto 2018. · Tabelle Excel che presentano dati dettagliati sulla popolazione della Nuova Caledonia (in particolare la distribuzione delle comunità per provincia e per comune): http://www.isee.nc/component/phocadownload/category/278-data. E nel 2019, sono 22 520 o 8,3% di tutti gli abitanti.
  20. ^ Ora parte della repubblica delle Kiribati che si estende anche in Polinesia.
  21. ^ (vedasi: Paul Geraghty, 1983. The history of the Fijian languages. OL special publication No. 19. Honolulu: University of Hawaii Press.
  • (FR) Nicholas Thomas, Océaniens. Histoire du Pacifique à l'âge des empires, tradotto dall'inglese, Tolosa, Anacharsis, 2020, 512 p. ISBN 9791092011869.
  • (FR) Lluís Quintana-Murci, Le Peuple des humains. Sur les traces génétiques des migrations, métissages et adaptations, Odile Jacob, 2021, ISBN 9782738155139
  • (EN) Patrick Vinton Kirch, On the Road of the Winds: an Archeological History of the Pacific Islands before European Contact, Berkeley, University of California Press, 2000, ISBN 9780520292819

Voci correlate

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