Vai al contenuto

Stadio internazionale di Yokohama

Coordinate: 35°30′36.16″N 139°36′22.49″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da International Stadium Yokohama)
Disambiguazione – Se stai cercando il quasi omonimo stadio di baseball, vedi Yokohama Stadium.
Stadio Internazionale di Yokohama
Nissan Stadium (2005-)
Vista dall'alto dello stadio a gennaio 2020
Informazioni generali
StatoGiappone (bandiera) Giappone
Ubicazione3300 Kozukue-cho, Kōhoku-ku, Yokohama
Inizio lavori1994
Inaugurazione1º marzo 1998
Costo60300000000 ¥
ProprietarioComune di Yokohama
ProgettoMHS Planners, Architects and Engineers
Tohata Architects & Engineers
CostruttoreTakenaka Corporation
Intitolato aNissan Motor Co.
Yokohama
Informazioni tecniche
Posti a sedere72 327
CoperturaTotale
Pista d’atletica400 m, 9 corsie
Mat. del terrenotappeto erboso
Dim. del terreno107 × 72 m
Area dell’edificio68 313 m²
Uso e beneficiari
CalcioYokohama F·Marinos
Mappa di localizzazione
Map

Lo Stadio internazionale di Yokohama (横浜国際総合競技場?, Yokohama Kokusai Sōgō Kyōgi-jō), in inglese International Stadium Yokohama, è un impianto sportivo multifunzione che si trova a Yokohama, capoluogo della prefettura giapponese di Kanagawa.

Edificato a partire dal 1994 come parte del programma di costruzione di nuovi impianti per il campionato mondiale di calcio 2002, fu ultimato nel corso del 1997 e inaugurato il 1º marzo 1998; è idoneo sia allo svolgimento di riunioni di atletica leggera in ragione della pista regolamentare che circonda il campo di gioco, sia a incontri di calcio, football americano e rugby.

Progettato dagli studi di architettura Matsuda Hirata (MHS) e Tohata, con i suoi 72327 posti a sedere fu l'impianto più capiente del Giappone fino all'inaugurazione del nuovo stadio nazionale di Tokyo nel 2019.

Al 2021 è l'unico impianto del mondo, insieme allo Stade de France, ad avere ospitato sia la finale del campionato mondiale di calcio (la citata edizione del 2002) che quella della Coppa del Mondo di rugby (nel 2019); vi si tennero complessivamente, inoltre, dodici incontri – incluse entrambe le finali per l'oro – del torneo di calcio dei XXXII Giochi olimpici di Tokyo. Sempre in ambito calcistico internazionale fu anche sede della finale della Confederations Cup 2001 nonché, a livello di club, di varie edizioni della FIFA World Club Cup.

Fu, anche, sede dell'edizione 2019 del World Relays, competizione ufficiale di atletica leggera a staffette.

Lo stadio appartiene al comune di Yokohama e ha un club residente, la formazione calcistica dello Yokohama F·Marinos.

L'idea dello stadio affonda le radici negli anni ottanta, allorquando la città di Yokohama mise in cantiere, nel 1984, la progettazione di un parco multiservizi lungo le rive del fiume Tsurumi[1]. I primi progetti partirono nel 1992 e lo stadio nel 1994[1]. Lo stadio, inaugurato il 1º marzo 1998, costò circa 60,3 miliardi di yen (circa 460 milioni di euro al cambio 2021)[1] e, con i suoi 72387 posti, era l'impianto sportivo più capiente del Paese[1]. Fu prevista una pista d'atletica regolamentare da 400 m a 9 corsie e un sistema di riscaldamento del prato con tubature d'acqua calda poste a 30 cm sotto il piano di gioco[1]. L'interno dello stadio vide realizzate altre strutture accessorie, tra le quali piscine per bambini profonde 30 cm, una per relax per adulti da 120 cm di profondità, una da idromassaggio da 90 cm e altre[1].

Il primo appuntamento internazionale nell'appena inaugurato stadio fu la Coppa Kirin 1998, quell'anno tenutosi in forma di triangolare, del quale Yokohama ospitò la gara del Giappone contro la Rep. Ceca[2]; tre anni più tardi ospitò la Confederations Cup 2001, competizione che anticipava il mondiale di calcio che si sarebbe tenuto 12 mesi più tardi in Giappone e Corea del Sud; Yokohama accolse la semifinale del torneo tra Giappone e Australia e la successiva finale, in cui la Francia ebbe la meglio sui nipponici per 1-0 con un goal di Patrick Vieira[3][4]. Un anno più tardi ivi fu di scena il campionato mondiale di calcio nippo-coreano, che vide impegnato lo stadio in 4 incontri (2 della fae a gironi, una semifinale e la finale) per un totale complessivo di circa 260000 spettatori[5]; nella gara per il titolo si affrontarono Brasile e Germania, prima d'allora mai incrociatesi nel mondiale nonostante i sette titoli complessivi all'epoca vantati; la vittoria arrise ai verdeoro sudamericani con il punteggio di 2-0 ottenuto grazie a una doppietta di Ronaldo[6].

A fine XX secolo erano attivi in città due club calcistici, Yokohama Marinos e Yokohama Flügels; la federazione ne decise nel 2000 l'accorpamento con il nome di Yokohama F·Marinos e assegnò l'International Stadium al nuovo club quale impianto interno[7].

Lo stadio durante un test match di rugby tra Giappone e Australia nel 2017

Dopo il campionato mondiale ereditò dallo stadio Olimpico di Tokyo la disputa della Coppa Intercontinentale che ivi si tenne per 3 stagioni consecutive fino alla sua soppressione nel 2004 e all'unificazione con la coppa del mondo per club FIFA[8], la finale della cui edizione 2005 si tenne ancora a Yokohama: in tale occasione i brasiliani del San Paolo sconfissero 1-0 gli inglesi del Liverpool per 1-0[9]. Dal 1º marzo precedente la città di Yokohama aveva un accordo con la casa automobilistica Nissan per la cessione dei diritti di naming dell'impianto, così rinominato Nissan Stadium dietro corrispettivo quadriennale di circa 470 milioni di yen (circa 3,6 milioni di euro) all'anno[10].

Al 2021 sono 8 le finali di coppa del mondo per club accolte nello stadio internazionale di Yokohama, la più recente nel 2016 tra il Real Madrid e la formazione giapponese del Kashima Antlers[11].

Nel 2009 fu assegnata al Giappone l'organizzazione della Coppa del Mondo di rugby 2019[12]. Yokohama non faceva parte originariamente delle città destinate ad accogliere il torneo, perché l'interesse era per il costruendo, ma ancora non realizzato, stadio olimpico di Tokyo[7]. Quando fu evidente che detta struttura non sarebbe mai stata completata in tempo utile per la competizione, lo stadio di Yokohama fu ripescato[7] e financo designato come sede della gara di finale per il titolo[13]. Nel corso della competizione mondiale Yokohama ospitò, oltre alla finale, anche tre incontri della fase a gironi e le due semifinali. Vi era previsto anche il big-match del girone C tra Inghilterra e Francia che, tuttavia, fu annullato e dichiarato 0-0 a causa del rischio sicurezza costituito dal tifone Hagibis, che batteva la costa meridionale del Paese e aveva già provocato le prime alluvioni e morti durante lo svolgimento del torneo[14]. Il 2 novembre 2019, davanti a 70103 spettatori, il Sudafrica si laureò campione del mondo battendo 32-12 l'Inghilterra[15]; in tale data lo stadio di Yokohama divenne la seconda struttura sportiva al mondo ad avere ospitato la finale delle due massime competizioni mondiali di calcio e di rugby a 15[16]; prima di esso soltanto lo Stade de France, costruito nello stesso periodo e sede della finale mondiale di calcio 1998 e di rugby 2007[16] (singolarmente con gli stessi due attori dello stadio giapponese, Inghilterra e Sudafrica[17]). Pochi mesi prima lo stadio aveva anche ospitato la sua prima grande manifestazione di atletica leggera, l'edizione 2019 del World Relays[18], competizione a squadre nazionali riservata a staffette.

Nel 2021 fu una delle sedi del torneo calcistico, sia maschile che femminile, dei Giochi olimpici di Tokyo, rinviati di un anno per via della pandemia di COVID-19 che fermò nel 2020 tutte le attività sportive internazionali[19]. Ospitò complessivamente 12 incontri (8 del torneo maschile e 4 di quello femminile) incluse entrambe le finali per la medaglia d'oro, in cui Brasile prevalse 2-1 sulla Spagna tra gli uomini[20] e il Canada sulla Svezia ai rigori tra le donne[21]. Anche durante il torneo olimpico, così come durante la Coppa del Mondo di rugby[13], fu usato il nome International Stadium Yokohama privo di riferimenti commerciali[19].

Realizzazione

[modifica | modifica wikitesto]

Lo stadio, iniziato nel 1994, fu ultimato a dicembre 1997[22]. Capace all'epoca di 70366 posti, fu costruito su un'area golenale del vicino fiume Tsurumi[22]: per evitare danni da possibili alluvioni il campo di gioco fu realizzato sopraelevato di circa 10 m rispetto al piano della riva, grazie a riporti di sabbia su cui giace il tappeto erboso[22].

Lo stadio, opera degli studi d'architettura Matsuda Hirata e Tohuata ed edificato dal costruttore edile Takenaka, è realizzato in cemento precompresso e assemblato in sito[22]. Il tetto, che copre circa i due terzi dei posti a sedere, non fu realizzato con la tecnica della piattaforma provvisoria da mantenere in opera per il tempo necessario l'edificazione della copertura, perché tale soluzione avrebbe impedito i lavori all'interno dello stadio[22]. Fu altresì deciso di sospendere il tetto ad alcuni tralicci messi in opera appositamente per la durata dei lavori, il che permise di lavorare in parallelo sia sul tetto che sulle gradinate, accorciando di circa due mesi i tempi di realizzazione[22].

Incontri internazionali di rilievo

[modifica | modifica wikitesto]
Yokohama
10 giugno 2001, ore 21 UTC+9
Confederations Cup 2001, finale
Giappone Giappone (bandiera)0 – 1
referto
Francia (bandiera) FranciaStadio internazionale di Yokohama (65533 spett.)
Arbitro: Emirati Arabi Uniti (bandiera) Ali Bujsaim

Yokohama
30 giugno 2002, ore 20 UTC+9
Campionato mondiale 2002, finale
Germania Germania (bandiera)0 – 2
referto
Brasile (bandiera) BrasileStadio internazionale di Yokohama (69029 spett.)
Arbitro: Italia (bandiera) Pierluigi Collina

Yokohama
7 agosto 2021, ore 20:30 UTC+9
Torneo olimpico maschile, finale
Brasile Brasile (bandiera)2 – 1
(d.t.s.)
referto
Spagna (bandiera) SpagnaStadio internazionale di Yokohama (0 spett.)
Arbitro: Australia (bandiera) Chris Beath

Yokohama
6 agosto 2021, ore 11 UTC+9
Torneo olimpico femminile, finale
Svezia Svezia (bandiera)1 – 1
(d.t.s.)
referto
Canada (bandiera) CanadaStadio internazionale di Yokohama (0 spett.)
Arbitro: ROC (bandiera) Anastasija Pustovojtova

Yokohama
2 novembre 2019, ore 18 UTC+9
Coppa del Mondo 2019, finale
Inghilterra Inghilterra (bandiera)12 – 32
referto
Sudafrica (bandiera) SudafricaStadio internazionale di Yokohama (70103 spett.)
Arbitro: Francia (bandiera) Jérôme Garcès

  1. ^ a b c d e f (JA) 横浜国際総合競技場報告書 [Rapporto sullo stadio internazionale di Yokohama] (PDF), su city.yokohama.lg.jp, Comitato di revisione interna della città di Yokohama, 20 febbraio 2004, pp. 132-70. URL consultato l'8 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  2. ^ (EN) Jack Bell, One More Tuneup Before World Cup, in The New York Times, 26 maggio 1998 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2015).
  3. ^ (EN) Classy France outplay Japan, in BBC, 10 giugno 2001. URL consultato l'8 settembre 2021.
  4. ^ (EN) Fred Varcoe, Japan goes down fighting in Confederations Cup final, in The Japan Times, 12 giugno 2001. URL consultato l'8 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2019).
  5. ^ (EN) 2002 FIFA World Cup™ "Stage of a Dream", su hamaspo.com, Città di Yokohama. URL consultato l'8 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2003).
  6. ^ (EN) Brazil crowned world champions, in BBC, 30 giugno 2002. URL consultato il 6 settembre 2021.
  7. ^ a b c (EN) Michael Cantillon, Stadium Yokohama: Accidental Rugby World Cup venue ready for history, in Sky Sports, 24 ottobre 2019. URL consultato il 9 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2020).
  8. ^ (EN) Porto triumph in World Club Cup, in BBC, 12 dicembre 2004. URL consultato il 9 settembre 2021.
  9. ^ (EN) São Paulo 1-0 Liverpool, in BBC, 18 dicembre 2005. URL consultato il 9 settembre 2021.
  10. ^ (JA) 日産スタジアム ネーミングライツ契約について [Informazioni sul contratto per i diritti di denominazione dello stadio Nissan], su city.yokohama.lg.jp, Città di Yokohama, 28 settembre 2009. URL consultato il 9 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  11. ^ (EN) Matthew Henry, Real Madrid 4-2 Kashima Antlers (aet), in BBC, 8 dicembre 2016. URL consultato il 9 settembre 2021.
  12. ^ (EN) England and Japan handed Rugby World Cups, su rugbyworldcup.com, World Rugby, 28 luglio 2009. URL consultato il 16 aprile 2021 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2013).
  13. ^ a b (EN) World Rugby approves revised Japan 2019 hosting roadmap, su rugbyworldcup.com, World Rugby, 27 settembre 2015. URL consultato il 17 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2021).
  14. ^ (EN) Chris Jones, Rugby World Cup: Typhoon Hagibis forces England-France off; Scotland wait & Ireland play, in BBC, 10 ottobre 2019. URL consultato il 31 luglio 2021.
    «England's Rugby World Cup match against France on Saturday has been called off because of Typhoon Hagibis»
  15. ^ (EN) Tom Fordyce, England 12-32 South Africa: Springboks win World Cup for record-equalling third time, in BBC, 2 novembre 2019. URL consultato il 3 marzo 2021.
  16. ^ a b (EN) James Billington, Rugby World Cup final: A history of all the final venues, su stadia-magazine.com, Stadia Magazine, 2 ottobre 2019. URL consultato il 10 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2020).
  17. ^ (EN) James Standley, World Cup final 2007, in BBC, 20 ottobre 2007. URL consultato il 9 gennaio 2021.
  18. ^ World Relays di Yokohama: bronzo per la 4×400 femminile, 5 staffette su 5 volano ai Mondiali di Doha, su coni.it, CONI, 9 maggio 2019. URL consultato il 10 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2021).
  19. ^ a b (EN) International Stadium Yokohama, su fifa.com, FIFA. URL consultato il 10 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2021).
  20. ^ (EN) Brazil beat Spain in extra-time for back-to-back men’s football gold, su olympics.com, Comitato Olimpico Internazionale, 7 agosto 2021. URL consultato il 10 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2021).
  21. ^ (EN) Suzanne Wrack, Canada win Olympic title after Julia Grosso sinks Sweden in shootout, in The Guardian, 6 agosto 2021. URL consultato il 10 settembre 2021.
  22. ^ a b c d e f (EN) P.D. Thompson, J.J.A. Tolloczko e J.N. Clarke (a cura di), Stadia Arenas and Grandstands: Design, Construction and Operation, London, Taylor & Francis, 1998, pp. 286-88, ISBN 0-419-24040-3.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]