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Il labirinto del fauno

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Il labirinto del fauno
Il fauno (Doug Jones) in una scena del film
Titolo originaleEl laberinto del fauno
Lingua originalespagnolo
Paese di produzioneSpagna, Messico
Anno2006
Durata119 min
Rapporto1,85:1
Generefantastico, drammatico, guerra, orrore
RegiaGuillermo del Toro
SceneggiaturaGuillermo del Toro
ProduttoreGuillermo del Toro, Bertha Navarro, Alfonso Cuarón, Frida Torresblanco, Álvaro Augustín
Produttore esecutivoBelén Atienza, Elena Manrique
Casa di produzioneTelecinco, Estudios Picasso, Tequila Gang, Esperanto Filmoj, Café FX, ICAA
Distribuzione in italianoVidea, Warner Bros.
FotografiaGuillermo Navarro
MontaggioBernat Vilaplana
Effetti specialiReyes Abades, Everett Burrell, Edward Irastorza
MusicheJavier Navarrete
ScenografiaEugenio Caballero, Pilar Revuelta
CostumiLala Huete
TruccoDavid Martí, Montse Ribé
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
Doppiatori italiani
Logo originale del film

Il labirinto del fauno (El laberinto del fauno) è un film dark fantasy del 2006 scritto, diretto e prodotto da Guillermo del Toro.

Si tratta del secondo capitolo di una dilogia dello stesso del Toro (la prima è La spina del diavolo del 2001), girata interamente in spagnolo e ambientata durante la guerra civile e il secondo dopoguerra in Spagna. In origine era previsto anche un terzo capitolo intitolato 3993 (con riferimento al 1939, anno di conclusione della guerra civile, e al 1993, dove la storia si sarebbe incentrata sull'apertura delle fosse comuni), ma questo progetto fu accantonato in favore della realizzazione di Hellboy: The Golden Army.[1]

Di produzione ispano-messicana,[2] il film è stato presentato in anteprima alla 59ª edizione del Festival di Cannes,[3] dove ha ricevuto una standing ovation di ben 22 minuti, tutt'ora la più lunga di sempre.[4][5]

La pellicola ha ricevuto una notevole accoglienza da parte della critica specializzata, con molti elogi riguardanti gli effetti visivi e il trucco, la regia, la sceneggiatura, la fotografia, la scenografia e la recitazione. Ha incassato 83 milioni di dollari al botteghino mondiale e si è aggiudicato numerosi premi.

«Tanto tempo fa, nel regno sotterraneo, dove la bugia, il dolore, non hanno significato, viveva una principessa che sognava il mondo degli umani. Sognava il cielo azzurro, la brezza lieve e la lucentezza del sole. Un giorno, traendo in inganno i suoi guardiani, fuggì. Ma appena fuori, i raggi del sole la accecarono, cancellando così la sua memoria. La principessa dimenticò chi fosse e da dove provenisse. Il suo corpo patì il freddo, la malattia, il dolore, e dopo qualche anno, morì. Nonostante tutto, il Re fu certo che l'anima della principessa avrebbe un giorno fatto ritorno, magari in un altro corpo, in un altro luogo, in un altro tempo. L'avrebbe aspettata, fino al suo ultimo respiro. Fino a che il mondo non avesse smesso di girare.»

Spagna, 1944. La guerra civile si è conclusa da tempo, con Francisco Franco che ha preso saldamente il pieno potere, ma in una zona montuosa ci sono ancora dei ribelli che non si arrendono al nuovo regime.[6] L'avamposto deputato dell'esercito è affidato al comando del crudele capitano Vidal, un fanatico falangista deciso a sterminare i ribelli. Vidal chiama a sé la moglie Carmen, incinta, perché desidera che partorisca vicino a lui. La donna, già debole e sofferente, è costretta a intraprendere un difficile viaggio e porta con sé la figlia Ofelia, nata dal suo primo matrimonio.

La bambina si sente spaesata e oppressa dal nuovo ambiente – dominato dalla violenza, dalla paura e dalla freddezza del patrigno –, e per sfuggire a questa realtà si rifugia nel mondo delle fiabe, di cui è appassionata.

Una notte, accompagnata da alcune fate, Ofelia si addentra in un labirinto situato nei pressi della casa in cui risiede, incontrandovi un Fauno: la creatura le spiega che lei è la reincarnazione della principessa Moanna, figlia del Re del mondo sotterraneo, la quale scomparve tempo addietro quando giunse nel mondo degli umani: la bambina potrà ritornare solo superando tre prove, le cui istruzioni compariranno man mano su un libro magico. Ofelia dubita delle parole del Fauno, sostenendo di essere figlia di un sarto morto in guerra, ma la creatura afferma che la sua vera appartenenza è dimostrata da una voglia a forma di falce di luna presente sulla sua spalla sinistra. Inoltre le rivela che suo padre fece costruire portali magici in tutto il mondo affinché la ragazzina potesse ritrovare la strada di casa, e che il labirinto in cui si trovano è l'ultimo rimasto.

Nel frattempo, Ofelia scopre che la governante Mercedes collabora in segreto con i ribelli, dei quali fa parte anche suo fratello Pedro. Le due diventano alleate e amiche, mentre la tensione tra l'esercito e i partigiani aumenta.

La prima prova consiste nel recuperare una chiave nascosta nel ventre di un enorme rospo che ha fatto il nido sotto le radici di un albero antico, facendolo ammalare. Con astuzia, Ofelia inganna la creatura facendole ingerire tre pietre di ambra magica, riuscendo così a ottenere la chiave.

Intanto la salute di Carmen si aggrava, e Ofelia non può proseguire con la seconda prova. Il Fauno allora dona alla bambina una mandragora, che dovrà porre in una ciotola di latte sotto il letto della madre, e che dovrà nutrire ogni giorno con alcune gocce del proprio sangue. Il rimedio sembra funzionare, e la salute della donna migliora.

La notte seguente, il Fauno consegna a Ofelia un gessetto magico per aprire una porta nella sua camera verso il luogo della seconda prova, e una clessidra per contare il tempo esatto della sua missione. Inoltre, il fauno la avverte di non mangiare assolutamente nulla nel luogo dove andrà, perché lì vive un essere che «non è per niente umano».

La porta conduce Ofelia nelle segrete dell'Uomo Pallido, un essere umanoide apparentemente cieco, immobile e divoratore di bambini (come evidenziato dagli affreschi sui muri e da un impressionante ammasso di scarpe), seduto a una tavola sontuosamente imbandita. Grazie alla chiave ottenuta nella prima prova, la bambina recupera un pugnale dalla prima di tre piccole porte sul muro, ma va contro l'ordine del Fauno di non cibarsi di nulla e assaggia due chicchi d'uva: ciò fa svegliare l'Uomo Pallido, che afferra i suoi occhi da un piattino, li infila nelle cavità sui palmi delle sue mani, divora due delle tre fate e si lancia all'inseguimento di Ofelia. Il tempo scade e la porta svanisce, perciò Ofelia è costretta a disegnarne un'altra, ma il gessetto si spezza; nonostante ciò, riesce a scappare appena in tempo salendo sullo schienale della sedia e disegnando un'altra porta sul soffitto.

Nel frattempo, il capitano Vidal si dirige verso le montagne per attaccare i ribelli. Lì trova un fuoco da campo spento e, tra le braci, un biglietto della lotteria e alcune medicine. La mattina seguente scoppia uno scontro a fuoco sulle montagne; Vidal riesce a catturare un ribelle, ma più tardi scopre che è balbuziente. Vidal dice al ribelle che potrà andarsene se conterà fino a tre senza balbettare, ben sapendo che non è in grado di farlo, e quando l'ostaggio fallisce lo picchia brutalmente.

Di notte, il fauno fa visita a Ofelia per scoprire l'esito della seconda missione. Con le lacrime agli occhi, la bambina inizia a spiegare di aver avuto un incidente ma, prima che possa continuare, la fata sopravvissuta racconta al fauno cosa è successo. Il fauno, furioso, la rimprovera molto duramente rifiutandosi di rivelarle la terza prova. Il fauno scompare nell'ombra, lasciando Ofelia in lacrime.

Vidal scopre la mandragora sotto il letto di Carmen, sgrida aspramente Ofelia e ordina alla moglie di gettarla nel fuoco. Subito dopo, la salute di Carmen precipita e muore dando alla luce un maschio. Ofelia, devastata, si lega ancora di più a Mercedes, che ormai rappresenta per lei una figura materna.

Il giorno dopo, Vidal ordina al dottor Ferreiro di curare il prigioniero, il quale chiede al medico di porre fine alle sue sofferenze, e il medico acconsente somministrandogli un'iniezione letale. Nello stesso momento, Vidal ottiene un campione di medicinale dalla borsa del Ferreiro e lo confronta con quello trovato in montagna; infuriato per il tradimento e la disobbedienza del medico, spara mortalmente a Ferreiro. Successivamente si appresta a fare lo stesso con la governante, avendo scoperto che aveva usato una copia della chiave della cantina dove teneva il cibo destinato a un villaggio vicino, in modo che gli abitanti non aiutassero i ribelli. Tuttavia, Mercedes riesce a liberarsi e lo pugnala più volte al busto e al volto, senza tuttavia ucciderlo; dopodiché, la donna scappa e si rifugia dai ribelli.

Ofelia viene rinchiusa in camera, ma riceve nuovamente la visita del Fauno, che decide di concederle un’ultima occasione: la terza prova consiste nel portare il fratellino al centro del labirinto. Usando un altro gessetto magico, Ofelia evade dalla stanza, droga il patrigno con del laudano per addormentarlo e prende il neonato. Quando giunge nel cuore del labirinto, il Fauno le dice che per aprire il portale verso il suo regno è necessario il sangue di un innocente e le chiede di sacrificare qualche goccia di quello del fratellino. Ofelia si rifiuta, anche se questo significa rinunciare al proprio destino, dando dimostrazione del suo cuore puro e del suo spirito nobile.

In quel momento arriva Vidal, che non vede il Fauno e crede che Ofelia stia parlando da sola. L'uomo strappa il neonato dalle braccia della figliastra e le spara senza pietà. All'uscita del labirinto, però, l'uomo si imbatte nei ribelli, che hanno conquistato la zona, e si arrende, chiedendo, prima di essere giustiziato, che dicano al figlio l'ora della sua morte, proprio come suo padre fece con lui. Tuttavia, Mercedes dichiara che il piccolo non saprà mai neppure di chi è figlio, per risparmiargli le atrocità commesse dal padre. Dopodiché Pedro spara a Vidal, uccidendolo.

Nel frattempo, il sangue di Ofelia gocciola sulle pietre del labirinto aprendo il passaggio verso il mondo sotterraneo, dove la bambina viene acclamata dai suoi genitori e dai sudditi. Il padre le rivela che è proprio scegliendo di non sacrificare il piccolo che la bambina, con il suo sangue altrettanto innocente, ha potuto superare l'ultima prova, la più importante. In quel momento compare anche il Fauno insieme a tutte le fate, che volano felici intorno alla bambina, elogiando anch'egli la scelta di Ofelia.

Mercedes corre da Ofelia, ormai morente, e la culla tra le braccia mentre le canta una ninna nanna. Su un ramo dell'albero oggetto della prima prova sboccia un nuovo fiore, vicino al quale si posa l'insetto-fata.

«E si dice che la principessa discese nel regno paterno e che lì regnò con giustizia e benevolenza per molti secoli, che fu amata dai suoi sudditi e che lasciò dietro di sé delle piccole tracce del suo passaggio sulla terra... visibili solo agli occhi di chi sa guardare.»

La genesi del film va individuata in un taccuino che il regista Guillermo del Toro riempì per una ventina d'anni di bozzetti e appunti vari, e che rischiò di perdere durante un viaggio.[1]

La prima concezione della storia vedeva una donna incinta innamorarsi di un Fauno per il quale sacrificava il figlio che aspettava in modo da vivere insieme per sempre.[7][8]

L'idea della creatura gli venne da un sogno lucido ricorrente avuto da bambino secondo cui, a mezzanotte, osservava un fauno sbucare da un orologio appartenuto al nonno; il design finale del Fauno subì diverse modifiche al fine di renderlo maggiormente legato alla natura ed intimidatorio.[1]

Illustrazione di un tenome nel bestiario Gazu hyakki yagyō di Toriyama Sekien (1776).
Saturno che divora i suoi figli (1821-1823) di Francisco Goya. Questo dipinto ha ispirato la scena in cui l'Uomo Pallido divora due fate.[9]

Il grottesco e terrificante Uomo Pallido, che ha sui palmi delle mani degli squarci nei quali inserisce i suoi occhi, è basato su uno yōkai – mostro della mitologia giapponese – chiamato tenome (手の目, "occhi sulle mani").[10] Del Toro ha affermato che questo essere è la rappresentazione di tutto il male istituzionale che si "nutre" degli indifesi.[11] Non a caso sorveglia un ricco banchetto – facile esca in periodi di carenza dovuti alle guerre – dal quale, se il malcapitato assaggia qualcosa, non può più scappare finendo divorato dal mostro. La seconda prova ha un richiamo visivo palese con un banchetto presieduto da Vidal.

La scena in cui un giovane contadino viene picchiato in volto da Vidal con una bottiglia di vetro si rifà a due episodi realmente accaduti a cui assistettero da giovani Del Toro e alcuni suoi amici: in uno un membro dell'élite spagnola fascista entrò in un negozio di alimentari e uno dei presenti rifiutò di togliersi il cappello in sua presenza, così il fascista lo colpì al volto con il calcio della sua pistola e gli rubò la spesa; nell'altro un suo amico venne coinvolto in una rissa e venne ripetutamente colpito al volto con una bottiglia che tuttavia non si ruppe, un dettaglio rimasto impresso nella memoria del regista.[1][7]

Cresciuto in una parte violenta del Messico, Del Toro ha affermato:

«Essendo messicano, dire che ho un certo rapporto con la morte sarebbe un cliché. Ma la verità è che ho visto molti cadaveri, sicuramente più di quanti ne veda un ragazzo medio del Primo Mondo. Per mesi ho lavorato vicino a un obitorio, e ogni giorno ci passavo accanto per andare al lavoro. Ho visto persone colpite da spari, mi sono state puntate pistole alla testa, ho visto persone bruciare vive, pugnalate, decapitate... questo perché il Messico è ancora un Paese profondamente violento. Penso che questa realtà abbia influenzato, almeno in parte, la sensibilità con cui affronto i miei film. Spero che questo film rappresenti per me un nuovo inizio. Dopo averlo girato, è cambiato completamente il modo in cui vedo il mio lavoro e le storie che voglio raccontare. Realizzare Il labirinto del fauno è stato un processo doloroso, ma è stata anche una battaglia per non scendere a compromessi.»

La fiaba narrata da Ofelia al fratello non ancora nato includeva in principio un drago chiamato Varanium Silex, custode di una montagna circondata da rovi in cima alla quale fiorisce una rosa blu che dona l'immortalità; la creatura e le spine inducono gli uomini a rinunciare alla rosa, preferendo evitare il dolore piuttosto che subirlo per ottenere l'immortalità. Nonostante per la scena fosse tematicamente importante, la figura del drago venne esclusa per motivi di budget.[13]

L'albero in cui Ofelia deve addentrarsi durante la prima prova ha una conformazione che ricorda sia le corna del Fauno (elemento incorporato nell'architettura)[7] che l'apparato genitale femminile (che riappare nel libro magico quando Carmen è in procinto di partorire), rimando al concetto di fertilità e rinascita.[1]

Del Toro ha ripetuto più volte che, nonostante una storia possa avere diversi significati a seconda dello spettatore, «oggettivamente, nel modo in cui l'ho strutturata, ci sono indizi che ti dicono... che è reale». Ad esempio: la mandragora che guarisce Carmen, il gessetto che Ofelia lascia sulla scrivania di Vidal, la fuga della bambina attraverso un vicolo cieco del labirinto, la sua voglia a forma di falce di luna presente sulla sua spalla sinistra, il fiore che sboccia sull'albero cavo alla fine del film.[7]

Nonostante l'industria di Hollywood premesse per un'atmosfera meno sinistra e la recitazione in lingua inglese al fine di rendere il film accessibile ad un pubblico più ampio, Del Toro si oppose dichiarando che Il labirinto del fauno non era stato concepito per il profitto, ma per la visione; rinunciò al suo intero stipendio da regista per assicurarsi che i requisiti del budget fossero rispettati.[1][12]

Per il ruolo di Ofelia vennero provinate un centinaio di candidate; Del Toro aveva scritto il ruolo per una bambina di 8 o 9 anni, ma rimase colpito dall'allora undicenne Ivana Baquero, quindi decise di scritturarla e rimaneggiare la sceneggiatura per adattarla alla sua età,[1] oltre ad inviarle fumetti e libri di fiabe per aiutarla ad entrare maggiormente nel ruolo.

Riguardo alla disobbedienza di Ofelia, Del Toro ha asserito:

«La cieca obbedienza castra, nega, occulta e distrugge tutto ciò che ci rende umani. Io credo che la disobbedienza sia una virtù, mentre l’obbedienza cieca è un peccato. [...] Se si ascoltano con attenzione le parole che il Fauno rivolge a Ofelia, si nota quanto siano precise: «Dobbiamo assicurarci che la vostra essenza non sia andata perduta, che non siate diventata una mortale. Dovrete superare tre prove al cospetto della luna piena». Questo è il vero significato delle prove: non tanto recuperare il pugnale o la chiave — quelli sono semplici espedienti narrativi che può non portare a termine. [...] La vera prova arriva quando, messa alle strette e senza altre alternative, Ofelia si trova a scegliere tra sacrificare una vita innocente o mettere a rischio la propria. E sceglie di sacrificarsi, di proteggere il bambino. È in quel gesto che dimostra la sua essenza, ed è questo che la rende immortale. [...] Nel film, dunque, tutte le prove sono depistaggi. Riguardando la storia, si può cogliere che la mia tesi è un'altra: il Fauno e l’Uomo Pallido sono due volti dello stesso ingannatore, lo stesso trickster. È questa la natura del Fauno. E la prova sta nella scena finale: quando Ofelia si ricongiunge nell’altro mondo con i suoi genitori e il bambino, le fate che l’Uomo Pallido aveva divorato sono lì, intorno a lei. Le stesse fate. Le avevo contrassegnate con tre colori — verde, blu e rosso — proprio perché, quando riappaiono, lo spettatore possa riconoscerle: «Ecco, sono proprio le fate verde, blu e rossa».»

Doug Jones, che aveva già lavorato con Del Toro nei film Mimic e Hellboy, venne contattato per interpretare il duplice ruolo del Fauno e dell'Uomo Pallido. Egli accettò ma scoprì che il film sarebbe stato girato in spagnolo, che non conosceva; tuttavia insistette nell'imparare i dialoghi, approfittando delle cinque ore giornaliere di trucco alle quali doveva sottoporsi. Alla fine Del Toro preferì farlo doppiare dall'affermato attore di teatro Pablo Adán; tuttavia, gli sforzi di Jones non sono stati vani dato che Adán ha potuto facilmente riprenderne il labiale e l'intonazione.[1][7]

Del Toro offrì a Sergi López la parte del capitano Vidal un anno e mezzo prima dell'inizio delle riprese, pur con dubbi da parte dei produttori spagnoli che lo ritenevano più adatto a commedie e melodrammi.[15]

«È il personaggio più malvagio che abbia mai interpretato nella mia carriera. È scritto così bene che non c’è davvero nulla da aggiungere. Vidal è un uomo disturbato, uno psicopatico senza possibilità di redenzione. Anche se la personalità di suo padre ha formato la sua esistenza — ed è certamente una delle cause della sua follia — questo non può in alcun modo essere una giustificazione. Sarebbe molto cinico farlo per giustificare o spiegare i suoi atti di crudeltà e vigliaccheria. Il film non offre alcuna giustificazione al fascismo.»
«Uno dei grandi pericoli del fascismo e del male puro — che io credo esista — è che può risultare estremamente attraente, in una maniera che molti preferiscono negare. Spesso i cattivi vengono rappresentati come brutti e sgradevoli, ma io non la penso così. Il fascismo ha un intero concetto di design, uniformi e scenografie che lo rendono attraente per i deboli di carattere. Con Sergi López ho cercato di costruire un personaggio che ricordasse certi politici realmente malvagi: ben vestito, ben curato, ben educato, uno che si alza in piedi quando una signora entra o esce dalla stanza. [...] Il cinema trae enorme forza dagli estremi. Il fatto che una bambina di undici anni riesca a sentirsi più in pace con sé stessa di un fascista che si disprezza al punto da fingere di tagliarsi la gola davanti allo specchio, rifiutare l’orologio del padre e compiere gesti estremi... questo è cio che dà alla bambina un vero potere: la capacità di scegliere. A lui resta solo l’illusione del potere, e la scelta della crudeltà. Ed è proprio la scelta che definisce chi siamo.»
Pineta di San Rafael, dove fu girata gran parte del film.

Le riprese furono effettuate interamente in Spagna, in particolare a Belchite, El Espinar, Segovia, Sierra de Guadarrama e Algete, dall'11 luglio al 15 ottobre 2005.[17]

In quei mesi la provincia di Segovia attraversò un periodo di siccità, il che complicò le scene di sparatoria a causa dell'elevato rischio di incendi: per questo motivo le esplosioni e gli spari furono rielaborati completamente in post-produzione, rendendo inoltre gli ambienti più umidi e muschiosi.[7]

Del Toro e Guillermo Navarro, il direttore della fotografia, scelsero di privilegiare le immagini rispetto ai dialoghi quindi, anche durante le riprese a camera fissa, il più delle volte essa venne mossa leggermente affinché l'immagine si spostasse in modo quasi impercettibile; la differenza tra il mondo umano e quello fantastico viene espressa in particolare dall'uso dei colori: nel primo caso si ha una prevalenza di colori freddi e scuri, mentre nel secondo dominano i colori caldi con sfumature dorate.[1][7][18]

Navarrete, il capo-elettricista David Lee e il capo-attrezzista Rick Stribling lavorarono a stretto contatto per assicurarsi di ottenere un'immagine perfetta del collegamento visivo tra il mondo umano e quello fantastico.[18]

Del Toro si occupò personalmente di scrivere i sottotitoli in inglese in quanto rimasto deluso dall'adattamento di quelli del suo precedente lavoro, La spina del diavolo, non volendo che nessuna delle sue idee andasse persa nel processo di traduzione.[1][7]

Colonna sonora

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Il compositore Javier Navarrete ha strutturato l'intera colonna sonora del film come fosse una ninna nanna, la cui progressione melodica suggerisce l'innocenza della protagonista, calata però in un contesto tutt'altro che innocente.[19] L'album è stato pubblicato il 19 dicembre 2006.

L'immagine di copertina che ritrae il Fauno mentre abbraccia Ofelia (inizialmente pensata come locandina per la promozione della pellicola) è stata disegnata dall'illustratore statunitense Drew Struzan.[20]

  1. Hace mucho, mucho tiempo – 2:11
  2. El laberinto – 4:04
  3. La rosa y el dragon – 3:34
  4. El hada y el laberinto – 3:33
  5. Las tres pruebas – 2:04
  6. El arbor que muere y el sapo – 7:08
  7. Guerrilleros – 2:05
  8. El libro de sangre – 3:47
  9. Nana de Mercedes – 1:36
  10. El refugio – 1:32
  11. El que no es humano – 5:52
  12. El rio – 2:48
  13. Un Cuento – 1:52
  14. Bosque profundo – 5:45
  15. Vals de la mandragora – 3:38
  16. El funeral – 2:42
  17. Mercedes – 5:34
  18. La luna llena y el fauno – 5:04
  19. Ofelia – 2:16
  20. Una princesa – 3:52
  21. Nana del laberinto del fauno – 1:47

La pellicola venne presentata in anteprima al Festival di Cannes il 27 maggio 2006,[3] e nei mesi seguenti venne proiettata in numerose altre importanti rassegne cinematografiche.[21]

Distribuzione

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Il film è stato distribuito in Spagna l'11 ottobre 2006, in Messico il 20 ottobre e negli Stati Uniti d'America il 29 dicembre.[21]

In Italia la distribuzione è avvenuta il 24 novembre 2006,[21] con l'adattamento dei dialoghi e la direzione del doppiaggio a cura di Tonino Accolla.

In America il film ha ricevuto dal MPAA un divieto ai minori di 17 anni (pur variando nei vari stati) per la presenza di violenza esplicita e linguaggio scurrile, mentre in Italia il film è stato vietato ai minori di 14 anni.[22]

Nel resto del mondo le limitazioni sono simili.

A fronte di un budget di 19000000 $, l'incasso totale ammonta a 83863565 $.[23]

Roger Ebert ha assegnato alla pellicola la valutazione massima di 4 stelle su 4:

«Ciò che rende Il labirinto del fauno di Del Toro così straordinario, a mio parere, è la capacità di fondere due mondi apparentemente inconciliabili, restando però fedele a entrambi fino alla fine. Non c’è spazio per compromessi o vie di fuga: le minacce di un mondo si riflettono costantemente nell’altro. Del Toro fa riferimento alla “regola del tre” tipica delle fiabe — tre porte, tre regole, tre fate, tre troni. Comunque non sono sicuro che tre visioni siano sufficienti per coglierne tutta la profondità.»

Su Rotten Tomatoes il film detiene un indice di approvazione professionale del 95% basato su 241 recensioni. Il consenso generale del sito recita: «Il labirinto del fauno è Alice nel Paese delle Meraviglie per adulti, dove gli orrori della realtà e della fantasia si fondono insieme in una favola straordinaria e affascinante».[25]

Su Metacritic ha ricevuto una valutazione professionale di 98 su 100 basata su 37 recensioni, corrispondente ad un'«acclamazione universale».[26]

Riconoscimenti

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Il 3 aprile 2019 Guillermo Del Toro annunciò la pubblicazione a luglio di un'antologia di racconti che approfondisce ed espande la mitologia alla base del film, scritta insieme a Cornelia Funke.[28] Il romanzo è stato pubblicato in Italia il 15 ottobre 2019.[29][30]

  1. ^ a b c d e f g h i j (EN) Brendan Reid, Pan’s Labyrinth: 15 Things You Never Knew, su cbr.com, 10 gennaio 2017. URL consultato il 13 maggio 2025.
  2. ^ (78% produzione spagnola, 22% produzione messicana) EL LABERINTO DEL FAUNO (PDF), su mcu.es. URL consultato il 1º gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2011).
  3. ^ a b (FREN) EL LABERINTO DEL FAUNO (LE LABYRINTHE DE PAN) - Festival de Cannes, su festival-cannes.com. URL consultato il 13 maggio 2025.
  4. ^ (EN) Zack Sharf, Cannes’ Longest Standing Ovations: ‘Pan’s Labyrinth’ at 22 Minutes, ‘Inglourious Basterds’ and More, su variety.com, 21 maggio 2023. URL consultato il 13 maggio 2025.
  5. ^ Matteo Furina, Cannes, le più lunghe standing ovation di sempre, su lascimmiapensa.com, 21 maggio 2023. URL consultato il 13 maggio 2025.
  6. ^ L'episodio insurrezionale antifranchista del film è un chiaro tributo al tentativo fallito di insurrezione repubblicana nell'ottobre 1944 nella Val d'Aran contro il regime di Francisco Franco, noto col nome di "Operazione Riconquista della Spagna", operato da elementi della Resistenza antifranchista che speravano nell'intervento alleato anche in Spagna per ripristinare la democrazia.
  7. ^ a b c d e f g h (EN) Eric D. Snider, 14 Fantastical Facts About Pan's Labyrinth, su mentalfloss.com, 29 dicembre 2016.
  8. ^ (EN) Liz Purvis, 5 Fantastical Facts About PAN'S LABYRINTH, su breathing-books.com, 25 giugno 2019.
  9. ^ (ES) Claudia Llaca, 6 Personajes con orígenes extraños, su sensacine.com.mx, 1º agosto 2018. URL consultato il 13 maggio 2025.
  10. ^ (EN) Tenome | Yokai.com, su yokai.com. URL consultato il 13 maggio 2025.
  11. ^ (EN) Guillermo Del Toro, The Pale Man represents all institutional evil feeding on the helpless. It's not accidental that he is a) Pale b) a Man. He's thriving now. (Tweet), su X, 2 febbraio 2017. URL consultato il 13 maggio 2025.
  12. ^ a b (EN) Mark Kermode, 'Pain should not be sought - but it should never be avoided', su theguardian.com, 5 novembre 2006.
  13. ^ (EN) John Howe, Forging (More) Dragons, su john-howe.com, 16 ottobre 2008.
  14. ^ a b (EN) Michael Guillen, PAN'S LABYRINTH—Interview With Guillermo Del Toro, su screenanarchy.com, 17 dicembre 2006.
  15. ^ (EN) Pan’s Labyrinth: A Story that Needed Guillermo Del Toro, su awardsdaily.com, 26 gennaio 2008.
  16. ^ (EN) Sergi López - Biography, su imdb.com.
  17. ^ (EN) Filming & Productions, su imdb.com.
  18. ^ a b (EN) Jeff Sneider, Guillermo Navarro, 'Pan's Labyrinth', su variety.com, 3 gennaio 2007.
  19. ^ (ES) Fernando Fernandez, Las grandes B.S.O.: “El laberinto del Fauno” (2006), música de Javier Navarrete, su efeeme.com, 24 novembre 2016. URL consultato il 13 maggio 2025.
  20. ^ (EN) Pan’s Labyrinth / one sheet / special / UK, su filmonpaper.com, 6 luglio 2011. URL consultato il 13 maggio 2025.
  21. ^ a b c (EN) Release Info, su imdb.com.
  22. ^ Parents Guide, su imdb.com.
  23. ^ (EN) Il labirinto del fauno, su Box Office Mojo, IMDb.com. URL consultato il 13 maggio 2025.
  24. ^ (EN) Rogert Ebert, Pan's Labyrinth, su rogerebert.com, 25 agosto 2007. URL consultato il 13 maggio 2025.
  25. ^ (EN) Il labirinto del fauno, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC. URL consultato il 13 maggio 2025.
  26. ^ (EN) Il labirinto del fauno, su Metacritic, Fandom, Inc. URL consultato il 13 maggio 2025.
  27. ^ (EN) The 79th Aademy Awards - 2007, su oscars.org, 25 febbraio 2007. URL consultato il 13 maggio 2025.
  28. ^ (ES) Claudia Llaca, Guillermo del Toro expande el universo de 'El laberinto del fauno', su sensacine.com.mx, 6 aprile 2019.
  29. ^ Il labirinto del fauno, su mondadoristore.it. URL consultato il 15 gennaio 2020.
  30. ^ Alberto Grandi, Il labirinto del fauno ora è un dark fantasy firmato Cornelia Funke, su wired.it, 6 novembre 2019. URL consultato il 15 gennaio 2020.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN283683975 · GND (DE7569634-4 · J9U (ENHE987009950819605171