Guglielmo di Wied
Guglielmo di Wied Skanderbeg II | |
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Guglielmo di Wied nel 1914 | |
Principe d'Albania | |
In carica | 7 marzo 1914 – 3 settembre 1914 (de iure 31 gennaio 1925) |
Incoronazione | 21 febbraio 1914[1] |
Predecessore | titolo creato |
Successore | Reggenza (1920-1925) Repubblica albanese (1925-1928) |
Nome completo | Wilhelm Friedrich Heinrich |
Nascita | Neuwied, 26 marzo 1876 |
Morte | Predeal, 17 aprile 1945 (69 anni) |
Casa reale | Wied-Neuwied |
Padre | Guglielmo, principe di Wied |
Madre | Maria dei Paesi Bassi |
Consorte | Sofia di Schönburg-Waldenburg |
Figli | Maria Carlo Vittorio |
Religione | Protestantesimo |
Firma |
Guglielmo di Wied, principe d'Albania (tedesco: Wilhelm Friedrich Heinrich; albanese: Princ Vidi o Princ Vilhelm Vidi; Neuwied, 26 marzo 1876 – Preadal, 17 aprile 1945), è stato un principe, militare e politico tedesco, sovrano del Principato di Albania dal 7 marzo al 3 settembre 1914 e formalmente fino al 31 gennaio 1925.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]I primi anni
[modifica | modifica wikitesto]Guglielmo di Wied era il terzo figlio di Guglielmo, quinto principe di Wied, che era a sua volta fratello della regina di Romania Elisabetta di Wied (moglie del re Carlo I di Romania), e di sua moglie, Maria d'Orange-Nassau, figlia di Federico d'Orange-Nassau e sorella della regina di Svezia Luisa d'Orange-Nassau (moglie del re Carlo XV di Svezia). Servì nell'esercito tedesco come ufficiale di cavalleria e divenne capitano dello Stato maggiore generale tedesco nel 1911[2].
Sposò il 30 novembre 1906 Sofia di Schönburg-Waldenburg (1885-1936, Sophie Helene Cecilie), figlia del principe ereditario Vittorio di Schönburg-Waldenburg (1856-1888) e di sua moglie, la principessa Lucia di Sayn-Wittgenstein-Berleburg (1859-1903). Dalla moglie ebbe due figli, la principessa Maria Eleonora (1909-1956) e il principe Carol Victor (1913-1973).
Principe d'Albania
[modifica | modifica wikitesto]Durante la prima guerra balcanica il 28 novembre 1912 Ismail Qemali riunì a Valona 83 notabili albanesi, sia musulmani che cristiani, che proclamarono l'indipendenza dell'Albania dall'Impero ottomano. Alla conclusione della guerra, il trattato di Londra del 30 maggio 1913 affidò alle sei grandi potenze europee (Austria-Ungheria, Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna e Russia) il compito di definire la forma del nuovo Stato e i suoi confini[3]. Il 29 luglio del 1913 la conferenza degli ambasciatori delle sei potenze decise che l'Albania sarebbe stata un principato ereditario governato da un principe tedesco, sotto un protettorato esercitato per una durata di dieci anni (rinnovabili) da una commissione composta dai rappresentanti delle sei potenze e da un rappresentante dell'Albania[4].
Su istanza della regina di Romania Elisabetta di Wied, il ministro rumeno Take Ionescu propose come candidato suo nipote, il principe Guglielmo di Weid[2], che le grandi potenze scelsero come primo principe d'Albania. Il fatto che fosse di religione protestante lo fece ritenere adatto a mediare tra le diverse componenti della popolazione (musulmana, cattolica e ortodossa). Guglielmo di Weid, inizialmente riluttante[5]. Il 21 febbraio 1914 una delegazione di notabili albanesi guidata da Essad Pasha Toptani e da quelli arbëreshë (guidati da Luigi Baffa e Vincenzo Baffa Trasci), fece una richiesta formale, che accettò diventando così, per grazia delle potenze e per volontà del popolo, il "Principe" (Mbret) d'Albania. In lingua albanese il suo titolo fu tuttavia quello di "re" (mbret)[6].
Il 7 marzo 1914 il nuovo principe di Albania sbarcò a Durazzo, capitale provvisoria dello Stato. Il 10 aprile la commissione internazionale approvò lo "Statuto organico dell'Albania", in 216 articoli. Il principato venne organizzato sul modello delle monarchie costituzionali europee e il principe fu affiancato da un'"Assemblea nazionale", alla quale competeva il potere legislativo, i cui membri erano in parte eletti, in parte di nomina sovrana e in parte composta dai rappresentanti delle tre confessioni religiose principali. Il governo era costituito da un consiglio dei ministri e da un primo ministro di nomina sovrana[4].
Il principe nominò primo ministro Thuran Pashë Përmeti (1846-1927) e ministro della guerra e dell'interno Esad Pashë Toptani (1863-1920), a capo delle forze militari musulmane nel paese.
Nel sud del paese il 28 febbraio l'ex ministro degli esteri della Grecia Georgios Christakis-Zografos, che guidava forze composte da militari regolari greci con l'aggiunta di volontari provenienti da Creta, aveva proclamato a Argirocastro la Repubblica autonoma dell'Epiro settentrionale (in greco Αυτόνομος Δημοκρατία της Βορείου Ηπείρου, Aftónomos Dimokratía tis Voreíou Ipeírou). Toptani, a capo della gendarmeria albanese, fu inviato a domare la rivolta e a costringere l'esercito greco a sgomberare il paese, ma venne accusato di preparare un colpo di stato contro Guglielmo di Weid: fu arrestato il 19 maggio e costretto all'esilio[2]; l'episodio scatenò le proteste dei seguaci di Toptani e scontri sanguinosi tra questi e la gendarmeria albanese a Shijak e in tutta l'Albania centrale.
Il 28 giugno venne assassinato a Sarajevo l'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este e il 28 luglio l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia, dando inizio alla prima guerra mondiale; le sei potenze che avevano il protettorato sull'Albania erano in guerra l'una contro l'altra (da una parte Austria-Ungheria e Germania e dall'altra Francia, Gran Bretagna e Russia, mentre l'Italia si proclamò inizialmente neutrale il 2 agosto) e il principe, non potendo più contare più sul loro appoggio, che costituiva la base del suo potere, il 3 settembre del 1914 lasciò Durazzo sulla nave italiana Misurata (tenente di vascello Gustavo Ponza di San Martino), ospite del contrammiraglio Eugenio Trifari, e si trasferì a Venezia[7].
In seguito Guglielmo di Wied rientrò nell'esercito tedesco con lo pseudonimo di "conte di Krujë", dalla città albanese di Croia[8]. Dopo la fine della guerra sperò di essere reintegrato sul trono, ma nella conferenza di pace di Parigi le sue ambizioni furono frustrate e, nel gennaio 1920, fu decisa la spartizione del paese.
In Albania si rigettò la spartizione e si stabilì un consiglio di reggenza di quattro membri e fu eletto un parlamento bicamerale, spostando la capitale a Tirana. Il presidente statunitense Woodrow Wilson, che non era stato presente alla risoluzione di gennaio, riconobbe l'Albania, che in dicembre fu ammessa alla Società delle Nazioni. Diversi governi albanesi in conflitto fra loro si succedettero, finché Ahmet Zogu non convocò il parlamento per approvare una nuova costituzione, proclamando l'Albania una repubblica e mettendo ufficialmente fine al principato di Guglielmo di Wied, il quale tuttavia continuò a reclamare il trono per sé e per i propri discendenti.
Guglielmo di Wied morì a Predeal, in Romania, il 18 aprile 1945 e gli successe come pretendente al trono albanese il figlio, Carlo Vittorio di Wied[9] (1913-1973). Il principe Guglielmo è sepolto nella chiesa luterana di Bucarest.
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze albanesi
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze tedesche
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Una delegazione ufficiale dell'Albania, guidata da Essad Pashë Toptani, fece una richiesta formale, che egli accettò diventando così per la grazia dei poteri e la volontà del popolo il Principe (Mbret) d'Albania.
- ^ a b c Owen Pearson, Albania in the Twentieth Century. A History, I.B.Tauris 2006, pp.50, 64, 292. ISBN 1-84511-013-7.
- ^ Testo del trattato di Londra ((EN) ), sul sito del PSM Data Geschichte (Datenbank zur Unterrichtsvorbereitung).
- ^ a b Natasha Shehu, "profilo del diritto albanese tra le due guerre mondiali", in Diritto @ Storia. Rivista internazionale si scienze giuridiche e tradizione romana (rivista on-line ISSN 1825-0300), 3, maggio 2004.
- ^ Duncan Heaton-Armstrong, The Six Month Kingdom. Albania 1914, I.B.Tauris, 2005, p.12. ISBN 1-85043-761-0.
- ^ D. Baffa Trasci Amalfitani di Crucoli, "Wilhelm von Wied e il suo Principato d'Albania in Dinastie a confronto - un dialogo storico-giuridico", in Atti dell'Ottavo Convegno di diritto nobiliare, Roma Circolo Pio IX 8 novembre 2019, Pisa University Press, Pisa 2023 ISBN 9-78883-339-768-9.
- ^ Elisabeth Springer, Leopold Kammerhofer, Archiv und Forschung, Oldenbourg Wissenschaftsverlag, 1993, p.346 ISBN 3-486-55989-3.
- ^ Edwin E. Jacques, The Albanians. An Ethnic History from Prehistoric Times to the Present, McFarland & Company, 1995, p.358. ISBN 0-89950-932-0.
- ^ Owen Pearson, Albania in Occupation and War: From Fascism to Communism 1940-1945, I.B. Tauris, 2006, p.436. ISBN 1-84511-104-4.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. Italo Sulliotti, In Albania sei mesi di regno: da Guglielmo di Wied a Essad Pascià. Da Durazzo a Vallona (Quaderni della guerra), Treves, Milano 1914.
- D. Baffa Trasci Amalfitani di Crucoli, Wilhelm von Wied e il suo Principato d'Albania in Dinastie a confronto - un dialogo storico-giuridico in Atti dell'Ottavo Convegno di diritto nobiliare , Roma Circolo Pio IX 8 novembre 2019, Pisa University Press, Pisa 2023 (scheda del volume sul sito della casa editrice)
La vicenda dei sei mesi di regno in Albania del principe è narrata inoltre in Beppe Lopez, Il principe nel groviglio. La singolare avventura del principe Wied nell'eterno intrigo balcanico, Agra editrice, 2009. ISBN 978-88-6140-081-8 (scheda del volume sul sito della casa editrice).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Guglielmo di Wied
Controllo di autorità | VIAF (EN) 13295687 · ISNI (EN) 0000 0001 1930 0570 · LCCN (EN) n2001030301 · GND (DE) 101078161 · BNF (FR) cb15011467p (data) · J9U (EN, HE) 987007322715705171 |
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