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Culurgiones

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Culurgiònes
Origini
Luogo d'origineItalia (bandiera) Italia
RegioneSardegna
Zona di produzioneTerritorio dell'Ogliastra e della Barbagia di Seulo (Ussassai, Seui, Seulo, Esterzili, Sadali) ed Escalaplano, paese confinante con Ogliastra e Barbagia di Seulo[1]
Dettagli
Categoriaprimo piatto
RiconoscimentoI.G.P.
Settorepasta ripiena
Ingredienti principali
  • farina
  • patate
  • formaggio pecorino o caprino
  • menta
Un piatto di culurgiònes

I culurgiònes (nome in lingua sarda, detti anche culurgiònis, culurjònes, culijònis, culurzònes, in italiano culurgiòne o culurgiòni) sono una pasta ripiena (di tipo raviolo) della Sardegna, conosciuti anche come angiulotus, cioè agnolotti. Con questo nome si intende sia la versione a base di patate, pecorino e menta, specialità culinaria tipica della subregione barbaricina dell'Ogliastra, sia altre che nel resto dell'Isola adottano ricette diverse, come quella della Gallura, che aromatizza il prodotto con scorza di limone o arancia[2].

Dal 2015 i "Culurgionis d'Ogliastra" sono stati riconosciuti come prodotto IGP[1].

Il piatto, a seconda del paese d'origine, è presente in più varianti; tuttavia, poiche' il termine culurgiònis significa ravioli, se non viene specificato il ripieno (ad esempio di ricotta, di formaggio pecorino, di carne, etc) generalmente si intende ad indicare la versione tradizionale dell'ogliastra, ovvero quella il cui impasto è composto rigorosamente anche da patate, e presenta la peculiare chiusura a forma di spiga. Talvolta vengono chiamati con la dicitura integrale, ovvero culurgionis de patatas (ravioli di patate), per differenziarli dagli altri tipi di ravioli, ad esempio quelli prodotti nella zona del Campidano, che nulla hanno a che fare con quelli a forma di spiga, che presentano generalmente una farcia a base di ricotta e spinaci, e in alcune varianti anche di zafferano.

  • nell'Ogliastra e nelle zone interne (tra cui Sadali, al confine con l'Ogliastra, dove si organizza un'interessante sagra di degustazione nel mese di agosto) vengono preparati con pasta fresca di semola di grano duro e un ripieno di pecorino sardo (fresco di uno o due giorni, come a Talana, o stagionato in altri paesi), oppure con ripieno di patate, aglio e menta come a Gairo, Bari Sardo, e Ulassai. A Bari Sardo e a Ulassai insieme al pecorino si mette su casu amurgiau (Bari Sardo) o fiscidu (Ulassai), un particolare formaggio acido messo in salamoia, e il culurgione viene chiuso con le dita in modo da formare una piccola spiga, inoltre sempre a Ulassai, spesso ancora oggi, si sostituisce l'olio evo, con il peritoneo del capretto, in sardo si chiama "sa nappa". A Jerzu la menta viene sostituita da sa nepidedda, nepitella. Il culurgione viene poi cotto in acqua bollente e condito con olio d'oliva, ultimamente col sugo di pomodoro e pecorino grattugiato.
  • La chiusura a spighitta da entrambi i lati è una caratteristica dei paesi di Jerzu, Talana, Urzulei, Bari Sardo e Ilbono.
  • In tutta l'Ogliastra montana il ripieno è accompagnato rigorosamente dall'aglio, mentre nell'Ogliastra costiera dalla cipolla soffritta, tranne nei centri di Barisardo e Tertenia, che usano anche loro l'aglio.
  • I culurzones della Barbagia di Ollolai, importati sempre dall'Ogliastra, sono ripieni di pecorino fresco e vengono serviti con un sugo di pomodoro e carne di maiale a cubetti, o in alternativa con sugo di pomodoro e salsiccia fresca, il tutto condito da pecorino stagionato grattugiato.
  • A Baunei "us culurgiones", come a Ulassai non hanno la forma classica con la chiusura a spiga. Hanno invece una forma simile a quella dei classici ravioli, ma a differenza di questi ultimi sono molto più grandi. La tradizionale chiusura a spiga viene comunque ampiamente utilizzata, ma i culurgiones prodotti in questo modo vengono chiamati culurgiones cosiusu, cioè "culurgioni cuciti", per differenziarli appunto da quelli a raviolo che a Ulassai vengono chiamato "a tenda".
  • Nel paese di Ulassai sino agli anni '60 la tradizione voleva che i culurgiònes venissero consumati solo ed esclusivamente il giorno dei morti, Sa di' de sos mortus, il 2 novembre.[3]
  • In tutta l'Ogliastra e nei paesi di Sadali e Esterzili della Barbagia di Seulo, i culurgionis (culurxonis, culurgiònis o culingiònis) non sono considerati solo un alimento, ma un dono prezioso, segno di stima, di rispetto ed amicizia. Venivano preparati per ricorrenze particolari come il ringraziamento alla fine del raccolto del grano, per ricordare ed onorare i morti, il giorno della commemorazione dei defunti a novembre, con il grasso ovino (culurgiòni de ollu de seu), per festeggiare il carnevale a febbraio, con lo strutto (culurgioni de ollu de procu). Sa spighitta, la tipica chiusura dei culurgionis, rappresenta il simbolo del grano per propiziare la nuova annata agraria a fine agosto. Secondo la tradizione venivano anche considerati amuleti che proteggevano la famiglia dai lutti.
  1. ^ a b (PDF) Disciplinare di produzione“Culurgionis d’Ogliastra”, su politicheagricole.it. URL consultato il 17 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2015).
  2. ^ Cristina Ortolani, L'Italia della pasta, Touring Editore, 2003, p. 131, ISBN 978-88-365-2933-9.
  3. ^ La notte delle anime, su ponzaracconta.it. URL consultato il 10 giugno 2014.

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