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Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Lodi)

Coordinate: 45°18′36.29″N 9°30′24.08″E
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Chiesa di Santa Maria delle Grazie
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
LocalitàLodi
Coordinate45°18′36.29″N 9°30′24.08″E
Religionecattolica di rito romano
TitolareMadonna delle Grazie
Diocesi Lodi
Consacrazione1674
ArchitettoMichele Sartorio[1]
Pier Giacomo Sartorio[1]
Federico Ferrari[1]
Antonio Terzaghi[1]
Stile architettonicoBarocco
Neobarocchetto
Inizio costruzione1669
Completamento1743

La chiesa di Santa Maria delle Grazie[1], nota anche come santuario della Beata Vergine delle Grazie, è un edificio sacro di Lodi.

Il tempio è collocato nelle immediate vicinanze dei resti del castello di Federico II, nel luogo in cui sorgeva l'oratorio di San Pietro in Borgo, la cui esistenza è attestata dal 1476[2]. Nel 1599 il vescovo Ludovico Taverna fece edificare sulla medesima area un nuovo luogo di culto, affidato ai padri minimi di san Francesco di Paola, che fu poi demolito nel 1655 in seguito allo sviluppo urbanistico della città[2]; tuttavia, la venerazione popolare nei confronti di un'immagine sacra della Vergine, custodita in quel luogo e ritenuta miracolosa, sollecitò la costruzione di una nuova chiesa[1]. I lavori ebbero inizio nel 1669 e terminarono nel 1743[1]; l'edificio, intitolato a santa Maria delle Grazie, venne consacrato già nel 1674[2]. La facciata, progettata dall'architetto Antonio Terzaghi, rimase incompiuta sino al 1954, anno in cui venne portata a termine sul modello di quella della chiesa di San Filippo[2].

Architettura e arte

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L'interno
Affresco sul soffitto

L'interno, a croce greca e a navata unica, è completamente decorato da affreschi, tele e stucchi: nel presbiterio, in particolare, si trovano i deliziosi affreschi con le Storie della Vergine dipinte dall'artista valtellinese Parravicino (o Parravicini) detto il Gianolo[2].

Una cappella laterale, accessibile dalla tribuna di destra, accoglie il monumento funebre di Maria Cosway[2], intima amica del presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson[3] e benefattrice della città di Lodi dove fondò un collegio femminile[4][5]. Il sepolcro neoclassico di marmo bianco fu realizzato nel 1839 da Gaetano Manfredini[2].

  1. ^ a b c d e f g Chiesa di Santa Maria delle Grazie, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. Modifica su Wikidata
  2. ^ a b c d e f g Cuti.
  3. ^ Maria Cosway: le importanti relazioni, su fondazionemariacosway.it, Fondazione Maria Cosway. URL consultato il 01-11-2009.
  4. ^ Maria Cosway: profilo, su fondazionemariacosway.it, Fondazione Maria Cosway. URL consultato il 01-11-2009.
  5. ^ Bassi, p. 96.
  • Giovanni Agnelli, Lodi ed il suo territorio nella storia, nella geografia e nell'arte, Lodi, 1917. ISBN non esistente.
  • Beatrice Ambreck et al., Atlante della nuova Provincia di Lodi, Lodi, Il Giorno, 1996. ISBN non esistente.
  • Agenore Bassi, Storia di Lodi, Lodi, Edizioni Lodigraf, 1977, ISBN 88-7121-018-2.
  • Alessandro Caretta, Il culto ed i santuari della Beata Vergine delle Grazie a Lodi, in Archivio storico lodigiano, anno CXVII-CXVIII, Lodi, edito dalla Società Storica Lodigiana, 1998-1999, pp. 7-28, ISSN 0004-0347 (WC · ACNP).
  • Emiliano Cuti, Echi barocchi su e giù dal Colle Eghezzone, in GustaLo, 19 novembre 2009, p. 2.
  • Maria Emilia Moro, Santa Maria delle Grazie. Architettura e decorazione barocca, in Archivio storico lodigiano, anno CXVII-CXVIII, Lodi, edito dalla Società Storica Lodigiana, 1998-1999, pp. 29-38, ISSN 0004-0347 (WC · ACNP).
  • Luigi Samarati, La vicenda della chiesa delle Grazie, in Archivio storico lodigiano, anno CXVII-CXVIII, Lodi, edito dalla Società Storica Lodigiana, 1998-1999, pp. 5-6, ISSN 0004-0347 (WC · ACNP).
  • A. Stroppa, Maria Cosway ed il Collegio delle Grazie, in Archivio storico lodigiano, anno CXVII-CXVIII, Lodi, edito dalla Società Storica Lodigiana, 1998-1999, pp. 39-50, ISSN 0004-0347 (WC · ACNP).

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