Castello di Calice al Cornoviglio
Castello di Calice al Cornoviglio Castelli della Val di Vara | |
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Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Liguria |
Città | Calice al Cornoviglio |
Indirizzo | Piazza del Leone, Calice Al Cornoviglio (SP) |
Coordinate | 44°14′30.15″N 9°50′07.89″E |
Informazioni generali | |
Tipo | castello-dimora |
Costruzione | XI secolo-XVII secolo |
Condizione attuale | in buono stato di conservazione |
Proprietario attuale | Comune di Calice al Cornoviglio |
Visitabile | sì |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Vescovi-conti di Luni Signoria dei Malaspina Signoria dei Fieschi Signoria dei Doria Granducato di Toscana Ducato di Modena Regno d'Italia Comune di Calice al Cornoviglio |
Funzione strategica | Protezione del borgo di Calice e controllo delle principali vie di comunicazione tra la val di Vara e la Lunigiana |
Termine funzione strategica | XIX secolo |
Note | sede museale e civica |
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Il castello Doria-Malaspina è stato un edificio difensivo sito in via Castello sovrastante il borgo di Calice al Cornoviglio, nella media e bassa val di Vara in provincia della Spezia. L'edificio è oggi sede di alcuni uffici comunali, turistici e del Centro di Educazione Ambientale del parco naturale regionale di Montemarcello-Magra; negli altri due piani del palazzo sono altresì ospitati il museo dell'apicoltura, la pinacoteca David Beghè e il piccolo museo Pietro Rosa.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Già nell'XI secolo[1] fu edificata una prima fortificazione o dimora, probabilmente un presidio degli Obertenghi[1], citata in diversi documenti e atti datati al 1077. Di proprietà della famiglia Malaspina dal XIII secolo[2], il castello fu occupato dal conte vescovo di Luni Gualtiero II[2] dando inizio ad un contenzioso che, già nel 1206[2], fu risolto con un apposito lodo (sentenza di Tancredi Onesto[3]) dove ufficialmente si restituiva a Guglielmo e Corrado Malaspina la proprietà sul castrum calisi[2].
Nel 1266 o 1272[2] il castello diverrà, per parentele, proprietà indiretta dei Fieschi grazie al matrimonio tra Alagia Fieschi - figlia del conte Niccolò - con Morello II, quest'ultimo figlio del capostipite della famiglia Giovagallo, già signori di Calice, Veppo e Madrignano. Per ragioni politiche già nel 1276 la famiglia fliscana fu quasi costretta a cedere buona parte delle loro proprietà - tra cui il castello di Calice - alla Repubblica di Genova che li lasciò tuttavia quali feudatari[1].
Nella prima metà del XIV secolo il castello ritornò nelle mani dei Malaspina del ramo di Villafranca[2] e ancora, dal 1355, ad un altro esponente della famiglia Malaspina, ma del ramo di Lusuolo, Azzone[2]. I continui passaggi di proprietà tra i due rami della famiglia malaspiniana furono però interrotti nel 1416[2] con l'occupazione dei genovesi e il successivo infeudamento[2] ai Fieschi dei quindici castelli conquistati, tra cui quello di Calice.
Nel 1547 la stessa repubblica infeudò il castello e i vari feudi fliscani ai Doria dopo la tentata congiura di Gian Luigi Fieschi; il castello verrà donato da Carlo V allo stesso Andrea Doria[2].
Ciò nonostante alcune bande legate alla famiglia fliscana tentarono un vero e proprio assalto[1] al castello allo scopo di catturare la marchesa Placidia I Doria Spinola, feudataria del maniero in sostituzione del marito. La marchesa riuscì tuttavia a sfuggire all'agguato rifugiandosi, con i figli, probabilmente nel borgo di Veppo (Rocchetta di Vara), mentre il castello verrà dato alle fiamme così come le vicine abitazioni[1]. Un'altra marchesa, Placidia Doria, sposata con un Del Carretto e discendente del celebre ammiraglio, trasformerà la struttura in palazzo residenziale.
Nel 1772 con il passaggio di tutti il feudo nel Granducato di Toscana il castello diverrà sede del locale podestà e della guarnigione fiorentina. Stesse funzioni e usi ebbe con il successivo passaggio nel Ducato di Modena. Con il Regno d'Italia, invece, l'ex residenza signorile fu adibita a sede del giudice mandamentale, della stazione dei regi carabinieri e, successivamente al piano nobile, di alcuni uffici comunali e della scuola elementare.
Dopo l'8 settembre 1943 fu sede della Guardia Nazionale Repubblicana, fino all'assalto condotto dai reparti partigiani comandati da Daniele Bucchioni e Gordon Lett.
Dalla seconda metà del Novecento il castello è utilizzato inoltre quale sede di un polo culturale con l'apertura del museo dell'apicoltura, di una pinacoteca e di altri spazi analoghi.
È sede di alcune realtà museali, dal 2013 anche del Museo della Brigata Val di Vara[4].
Galleria d'immagini
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La struttura
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L'entrata
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Fonte dal sito turistico della Provincia della Spezia, su turismoprovincia.laspezia.it. URL consultato il 12 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2011).
- ^ a b c d e f g h i j Fonte dal sito del Comune di Calice al Cornoviglio, su comune.calicealcornoviglio.sp.it. URL consultato il 12 maggio 2011.
- ^ Fonte dal sito La Sprugola.com, su lasprugola.com. URL consultato il 13 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2008).
- ^ Museo della Brigata "Val di Vara", su nuke.castellicalice.com, Comune di Calice al Cornoviglio. URL consultato l'8 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2015).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mauro Minola, Beppe Ronco, Castelli e Fortezze della Liguria, Genova, Edizioni Servizi Editoriali, 2006, ISBN 88-89384-15-8.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Calice al Cornoviglio
- Castello
- Pinacoteca David Beghè
- Piccolo museo Pietro Rosa
- Museo della Brigata Val di Vara
- Castelli lunigianesi
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su castello di Calice al Cornoviglio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti e approfondimenti sul sito turistico della provincia della Spezia, su turismoprovincia.laspezia.it. URL consultato il 12 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2011).