Vai al contenuto

Berchidda

Coordinate: 40°47′08.9″N 9°09′56.78″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando la spiaggia di Siniscola in provincia di Nuoro, vedi Berchida.
Berchidda
comune
(IT) Berchìdda
(SC) Belchìdda
Berchidda – Stemma
Berchidda – Bandiera
Berchidda – Veduta
Berchidda – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sardegna
Provincia Sassari
Amministrazione
SindacoAndrea Nieddu (lista civica) dal 31-5-2015 (2º mandato dal 26-10-2020)
Territorio
Coordinate40°47′08.9″N 9°09′56.78″E
Altitudine290 m s.l.m.
Superficie201,88 km²
Abitanti2 574[1] (31-3-2024)
Densità12,75 ab./km²
Comuni confinantiAlà dei Sardi, Calangianus, Monti, Oschiri, Tempio Pausania
Altre informazioni
Cod. postale07022
Prefisso079
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT090009
Cod. catastaleA789
TargaSS
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) berchiddesi
(SC) belchiddesos
Patronosan Sebastiano
Giorno festivo20 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Berchidda
Berchidda
Berchidda – Mappa
Berchidda – Mappa
Posizione del comune di Berchidda nella provincia di Sassari
Sito istituzionale

Berchidda (Belchìdda in sardo, Bilchìdda in gallurese) è un comune italiano di 2 574 abitanti[1] della provincia di Sassari. Il paese fa parte della regione storica del Monte Acuto, con una buona parte del suo territorio che era riconducibile alla Baronia detta "Silvas de intro" (nord-est, ai confini con Calangianus e Monti).

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Berchidda sorge a 300 m sul livello del mare, ai piedi della catena del Limbara.

Il territorio comunale, lungo la vallata in direzione sud-est è attraversato dalla S.S. 597 e dalla ferrovia Cagliari-Olbia-Golfo Aranci. Tutto il territorio è ben collegato col centro abitato tramite diverse vie di comunicazione. Da nord, in senso orario, il territorio di Berchidda confina con i comuni di Tempio Pausania, Calangianus, Monti, Alà dei Sardi, Buddusò ed Oschiri.

La zona collinosa è piuttosto accidentata e la vallata, che dal lago artificiale del Coghinas risale fino alla stazione di Monti, è circondata a nord dalla catena montuosa del Limbara, che nel territorio di Berchidda raggiunge i 1362 m con punta Sa Berritta (prende il nome dal tipico copricapo sardo Berrita); a est e a sud, dalle colline che da Monti risalgono fino all'altopiano di Alà dei Sardi e Buddusò, raggiunge gli 822 m di altezza in punta Su Untulzu e i 694 m in Nodu Gioghidolzos.

Il territorio ha una superficie di 201,88 km². È caratterizzato da terreni e rocce di origine eruttiva del paleozoico.

La tipologia del rilievo della catena del Limbara, a nord del paese, è quella granitica, affascinante soprattutto per le rocce abilmente modellate dalla natura, per grossi massi scavati che formano vere e proprie grotte utilizzate in diverse epoche come sepolture, abitazioni e ricovero di animali.

Le condizioni climatiche sono quelle delle zone interne sarde, con temperature medie di 15°. Un'influenza importante sul clima è dato dal lago Coghinas che aumenta l'umidità di tutto il territorio, tanto che in alcune parti dell'anno si hanno fitte coltri di nebbia. Le precipitazioni sono concentrate nel periodo autunnale; spesso si verificano forti temporali che possono causare gravi danni alle colture.

Origini del nome

[modifica | modifica wikitesto]

Secondo alcune ipotesi etimologiche il nome Berchidda deriverebbe dal nome latino Virgilla o dal diminutivo del fitonimo Quercus (Querquilla) che significherebbe "piccola quercia". La documentazione più antica del nome Berchidda risale al XIV secolo (Rationes Decimarum) con attestazioni come Berquilla o Vriquilla.

Area abitata fin dal Neolitico, per la presenza di numerose testimonianze (Dolmen, Domus de Janas, tombe dei giganti), fu abitato anche in epoca nuragica per la presenza di numerosi nuraghi. In epoca romana fu un importante snodo lungo la strada tra Olbia e Turris Libisonis (l'odierna Porto Torres) e luogo di commerci.

Appartenne al giudicato di Torres e fece parte della curatoria di Monte Acuto. Nel XIV secolo passò alla curatoria di Costaval. Era un centro strategico del giudicato perché vi venne edificato il Castello di Monteacuto, di cui oggi si conservano dei ruderi; nel 1237 il castello venne ceduto dalla giudicessa Adelasia al papa Gregorio IX e dato in consegna al vescovo di Ampurias. Alla morte di Adelasia (1259) il castello e la villa passarono ai Doria e tramite questi al giudicato di Arborea. All'arrivo degli aragonesi in Sardegna la villa e il castello passarono più volte dagli aragonesi agli arborensi, per diventare una roccaforte arborense contro gli aragonesi. Alla caduta del giudicato (1420) Berchidda passò definitivamente agli spagnoli, che ne fecero un feudo incorporato nel ducato di Monte Acuto sotto la signoria dei Centelles prima e poi dei Tellez-Giron, ai quali fu riscattata nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per divenire un comune autonomo amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.

Lo stemma e il gonfalone del comune di Berchidda sono stati concessi con regio decreto del 16 novembre 1933.[3]

«Stemma troncato: nel primo d'oro, all'aquilotto di nero, a volo spiegato; nel secondo, pure d'oro, al monte a tre vette, quella centrale, più alta di quelle laterali, cimata da un castello, il tutto al naturale; il tutto abbassato al capo di porpora. Ornamenti esteriori da Comune.»

Nel 1933 re Vittorio Emanuele III concesse a Berchidda lo stemma con la scritta latina «Salverò la fedeltà e la stirpe» e vi è raffigurato un aquilotto del Monte Limbara, il paesaggio collinare e il castello di Monte Acuto.[4] Il capo di porpora è ciò che resta del capo del Littorio inserito al momento della concessione in epoca fascista.[5] Il gonfalone è un drappo di azzurro.[3]

Il Comune ha in uso un gonfalone di azzurro caricato di uno stemma differente: troncato: nel primo di porpora, all'aquila di nero, posta sulla partizione; nel secondo d'oro, al castello d'argento, fondato sulla cima centrale di un monte di tre vette di verde.

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Lingua e dialetti

[modifica | modifica wikitesto]

La variante del sardo parlata a Berchidda è quella logudorese settentrionale anche se nel XIII secolo i territori di Silvas de intro furono popolati da famiglie di origine calangianese che portarono il loro dialetto sardo-corso. In seguito questi territori furono divisi con Calangianus, come ad esempio la regione di Silvas, che oggi appartiene al comune gallurese. La chiesa di Santa Caterina, in località Pedra de Campos, oggi sita in territorio comunale calangianese, era in origine appunto di Berchidda. A seguito del popolamento gallurese, passarono poi di mano. Stessa cosa successe a Nulvara, con parecchi contrasti tra galluresi, montini e berchiddesi. Sta di fatto che oggi non si ha traccia a Berchidda del dialetto gallurese e si è imposto in via definitiva l'originario idioma sardo nella sua variante detta logudorese.

Berchidda ha una lunga tradizione musicale, e ospita, sin dal 1988, il jazz festival Time in Jazz, il cui fondatore e organizzatore è il trombettista Paolo Fresu, nato e cresciuto a Berchidda, dove mosse i primi passi nel mondo della musica suonando nella banda musicale del paese[7], la "Bernardo Demuro", che vanta una storia ultrasecolare.

Dal 1995 a Berchidda viene stampato il bimestrale Piazza del Popolo, periodico di cultura e informazione. Esiste un'importante raccolta di 280 fotografie della prima metà del XX secolo[8].

Infrastrutture e trasporti

[modifica | modifica wikitesto]

Il nucleo abitato di Berchidda è raggiunto da due strade provinciali, la SP 62 e la SP 138; inoltre a sud del paese si sviluppano le strade statali 199, 597 e la nuova SS 729.

La stazione ferroviaria di Berchidda

Ad alcuni chilometri a sud del paese si sviluppa la ferrovia Cagliari-Golfo Aranci, che serve anche la stazione di Berchidda, collegata al resto della rete RFI sarda dai convogli di Trenitalia. Nel territorio comunale era attiva anche la stazione di Mandras, poi dismessa.

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 16 aprile 2000 Orazio Porcu centro Sindaco [9]
16 aprile 2000 8 maggio 2005 Angelo Salvatore Crasta lista civica Sindaco [10]
8 maggio 2005 30 maggio 2010 Sebastiano Sannittu lista civica Sindaco [11]
30 maggio 2010 31 maggio 2015 Sebastiano Sannittu lista civica "La casa di Tutti" Sindaco [12]
31 maggio 2015 26 ottobre 2020 Andrea Nieddu lista civica "Berchidda Si Cambia" Sindaco [13]
26 ottobre 2020 in carica Andrea Nieddu lista civica "Berchidda Si Cambia" Sindaco [14]

La squadra di calcio della città è S.S. Berchidda che milita nel girone D sardo di 1ª Categoria.

L'A.s.d. Rassinabyracing Team è impegnata nelle corse su strada (rally asfalto e terra) ed organizza il Rally dei Nuraghi e del Vermentino.

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 marzo 2024.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ a b Berchidda, decreto 1933-11-16 RD, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 22 luglio 2022.
  4. ^ La geografia, la storia, su Comune di Berchidda. URL consultato il 22 luglio 2022.
  5. ^ Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di Berchidda, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 15 ottobre 2024.
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Dalla "Biografia essenziale" del sito ufficiale dell'artista: http://www.paolofresu.it
  8. ^ In Berchidda, a cura di M. P. Casu, Milano, 2009.
  9. ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  10. ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  11. ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  12. ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  13. ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'Interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
  14. ^ Comunali 26/10/2020, su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 27 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2020).
  • Giuseppe Meloni e Piero Modde, Il castello di Monteacuto, Ozieri, 1994.
  • Giuseppe Meloni, Vita quotidiana a Berchidda tra '700 e '800. Trascrizione e commento di una cronaca logudorese inedita, Sassari, 2004. ISBN 9788871383484.
  • In Berchidda a cura di Maria Paola Casu, Cargeghe-Milano, 2009. ISBN 9788895205816
  • Giuseppe Meloni, Emigrati sardi a New York ai primi del '900. I berchiddesi (ricerca d'archivio), Sassari, EDES, 2011. ISBN 9788860251787.
  • Chentu 'eranos de sonos. Centenario Banda Musicale "Bernardo Demuro", a cura di Monda Apeddu e Antonio Rossi, Sassari, 2013.
  • Maddalena Corrias, Berchidda, in Tutti i Comuni della Sardegna, Sassari, 2014, ISBN 9788871387680, 9788871387680
  • Giuseppe Meloni, La famiglia Zanzu a Berchidda, Sassari, EDES, 2013-2016. ISBN 9788860253835.
  • Giuseppe Meloni, Una panchina in Piazza del Popolo. Non solo storia, Sassari, 2014. ISBN 9788860253187
  • Francesco Floris (a cura di), La grande enciclopedia della Sardegna: eventi storici, politici e culturali, artistici, letterari, sportivi, religiosi, soldati e attori, gastronomia, costumi e bellezze naturali dalle culture prenuragiche fino ai grandi avvenimenti del nostro secolo, Roma - Cagliari, Newton & Compton - Edizioni della Torre, 2002, ISBN 9788882897482, OCLC 879899382.
  • Giuseppe Meloni, Uomini Soldati Eroi. Berchiddesi alla Grande Guerra. Fogli Matricolari 1 - Classi 1880-1889, Sassari, EDES 2020. ISBN 9788860254993.
  • Giuseppe Meloni, Dalle campagne ai campi di lavoro. Deportati e sbandati, Sassari, EDES, 2023. ISBN 9788860256072.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN149134520 · LCCN (ENn2005033729 · J9U (ENHE987007487038505171
  Portale Sardegna: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Sardegna