Autolico di Pitane
Autolico di Pitane (in greco antico: Αὐτόλυκος ὁ Πιταναῖος?, Autólykos ho Pitanâios; 360 a.C. – 290 a.C.) è stato un matematico, astronomo e geografo greco antico.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Pitane, una città dell'Eolide in Asia Minore, poco o nulla si sa della vita di Autolico se non che fu coevo di Aristotele e che compose le sue opera ad Atene tra il 335 a. C. e il 300 a.C[1].
L'unica notizia che abbiamo su di lui, trasmessa da Diogene Laerzio, è quella che sarebbe stato uno dei maestri di Arcesilao di Pitane[2].
Le date approssimative usualmente accettate (qui riportate) sono ricavate soprattutto da un confronto tra le opere che abbiamo di Autolico e quelle di altri autori. In particolare, sembra che alcuni teoremi di Autolico siano usati da Euclide, che gli sarebbe quindi posteriore. Se l'argomento precedente è corretto, se ne deduce che quelle di Autolico sono le più antiche tra tutte le opere matematiche greche conservate.[3]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Di Autolico si sono conservate due opere[4].
La prima è Sul moto della sfera (Περὶ τῆς κινουμένης σφαίρας), noto con il titolo in latino De sphaera quae movetur liber. L'opera si concentra sulla geometria della sfera, scritta anche per fornire uno sfondo matematico per l'astronomia.
Altra opera è Sulle levate e tramonti degli astri (Περὶ ανατολῶν καὶ δύσεων τῶν οὐρανίων σωμάτων), noto in latino comeDe vario ortu et occasu astrorum inerrantium[5]. L'opera è tramandata in due libri, in realtà entrambi versioni dello stesso lavoro: in effetti, il secondo libro è in realtà un'edizione rivista e ampliata del primo[6].
Esse contengono soprattutto semplici proposizioni di geometria sferica applicate e motivate dallo studio del moto apparente delle stelle fisse. Il metodo dimostrativo che ci è familiare dagli Elementi di Euclide vi può essere visto all'opera per la prima volta: tuttavia, a differenza dell'opera di Euclide, ogni singola proposizione ha una diretta motivazione applicativa.
Si ritiene che le opere di Autolico siano state un'importante fonte delle successive opere di geometria sferica, in particolare di quella, di duecento anni successiva, di Teodosio di Bitinia[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dizionario delle scienze matematiche pure ed applicate / compilato da una società di antichi allievi della Scuola politecnica di Parigi sotto la direzione di A.S. de Montferrier, 1: ABB-AZI, Prima versione italiana / con numerose aggiunte e correzioni del d. Giuseppe Gasbarri e di Giuseppe François, Firenze, V. Battelli e Figli, 1838, p. 533.
- ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, IV, 29
- ^ "A few years after Dinostratus and Menaechmus there flourished a mathematician who has the distinction of having written the oldest surviving Greek mathematical treatise. We have described rather fully the work of earlier Hellenic mathematicians, but it must be borne in mind that the accounts have been based no on original work but on later summaries, commentaries, or description. Occasionally a commentator appears to be copying from an original work extant at the time, as when Simplicius in the sixth century of our era is describing the quadrature of lines by Hippocrates. But not until we come to Autolycus of Pitane, a contemporary of Aristotle, do we find a Greek author one of whose works has survived." (Carl Boyer, "A History of Mathematics", 1991, capitolo "The age of Plato and Aristotle", p. 97.
- ^ Cfr. O. Neugebauer, Notes on Autolycus, in "Centaurus", n. 18 (1973/74), pp. 66-69.
- ^ Cfr. O. Schmidt, Some critical remarks about Autolycus' On risings and settings, in Den 11te Skandinaviske Matematikerkongress, Trondheim 1949, Oslo, 1952, pp. 202-209.
- ^ a b "Autolycus of Pitane" su MacTutor
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Autolycos de Pitane, La sphère en mouvement. Levers et couchers héliaques. Testimonia. Texte établi et traduit par Germaine Aujac, Paris, Les Belles Lettres, 1979.
- Carl Benjamin Boyer, A History of Mathematics (seconda edizione), New York, John Wiley & Sons, Inc., 1991 - ISBN 0471543977.
- G. L. Huxley, "Autolycus of Pitane", in Dictionary of Scientific Biography, New York, Charles Scribner's Sons, 1970, vol. 1, pp. 338-339 - ISBN 0684101149.
- John J. O'Connor, Edmund F. Robertson, "Autolycus of Pitane", MacTutor History of Mathematics archive, aprile 1999, Università di St. Andrews.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Autolico di Pitane
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Autolico di Pitane
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Autòlico di Pitane, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (DE) Autolico di Pitane, su ALCUIN, Università di Ratisbona.
- (EN) Autolico di Pitane, su MacTutor, University of St Andrews, Scotland.
- Opere di Autolico di Pitane, su MLOL, Horizons Unlimited.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 100218815 · ISNI (EN) 0000 0004 5386 9973 · SBN MILV055566 · BAV 495/44406 · CERL cnp01104335 · LCCN (EN) no2021085779 · GND (DE) 118924044 · BNE (ES) XX840683 (data) · BNF (FR) cb123142460 (data) |
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