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Eritrea

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Bandiera dell'Eritrea

Citazioni sull'Eritrea e gli eritrei.

Citazioni sull'Eritrea

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  • L'Eritrea è il più giovane stato africano, un piccolo stato di tre milioni di abitanti. Mai indipendente, l'Eritrea fu prima una colonia della Turchia, poi dell'Egitto e, nel XX secolo, successivamente dell'Italia, dell'Inghilterra e dell'Etiopia. Nel 1962 quest'ultima, che già da dieci anni occupava militarmente l'Eritrea, la dichiarò sua provincia. Gli eritrei risposero con una guerra di liberazione, la più lunga nella storia del continente, in quanto durata trent'anni. Quando ad Addis Abeba regnava Hailè Selassiè, gli americani l'aiutarono a combattere gli eritrei. Ma quando Menghistu rovesciò l'imperatore, assumendo personalmente il potere, ad aiutarlo furono i russi. (Ryszard Kapuściński)
  • Quando andavo in Eritrea, [...] mi spiaceva molto vedere che ormai l'italiano era parlato solo dai più anziani. È una cosa triste, non per motivi di nazionalismo, ma perché così si perde un rapporto culturale importantissimo. Un legame autentico, cui anche gli eritrei tengono. Per sottolineare l'affetto che ancora esiste tra i nostri due paesi dobbiamo ricominciare dalla cultura. (Romano Prodi)
  • Questo piccolo paese, tra i più poveri del mondo, possiede un esercito di centomila giovani, relativamente colti, dei quali non sa che fare. Il paese non ha industrie, l'agricoltura è in abbandono, le città in rovina, le strade distrutte. Centomila soldati si svegliano ogni mattina senza saper che fare, e soprattutto senza niente da mangiare. Ma la sorte dei loro colleghi e fratelli in borghese non è molto diversa. Basta girare per Asmara all'ora di pranzo. I funzionari delle poche istituzioni esistenti in uno stato così giovane vanno a mangiare un boccone nei bar e nei ristoranti del quartiere. Ma le folle dei giovani non sanno dove andare: non lavorano, non hanno un soldo. Girano, guardano le vetrine, sostano agli angoli delle strade, siedendo sulle panchine oziosi e affamati. (Ryszard Kapuściński)
  • Alle agenzie di soccorso l'Eritrea piace perché è onesta e aperta, e perché il denaro non viene succhiato da tasche sparse lungo il percorso. Amano l'Eritrea anche perché, in una zona instabile, va contro la marea di settarismo religioso e tribale. Accanto, in Sudan, un jihad di proporzioni rivoltanti è condotto da fanatici musulmani a Khartum contro i cristiani e gli animisti del sud, e contro le idee secolari. Sapete com'è in Somalia; non più uno Stato, e a malapena una nazione. In Yemen, oltre il mare, un bagno di sangue politico e sociale.
  • Essendo sopravvissuti alle depredazioni di Mussolini, al tentativo del colonialismo britannico di dividerli su linee tribali, e a tre decenni di sanguinosa occupazione ed oppressione etiope, gli eritrei hanno realizzato qualcosa di eccezionale. Si sono sbarazzati della tutela esterna, pur conservando il meglio dell'Italia (il cibo e l'espresso, sebbene persino l'ammiratore più fervente non possa lodare il vino, che sa di acqua antiparassitario, il meglio dell'Inghilterra (il traffico pedonale ad Asmara è diretto da Girl Scouts dalle calze bianche modeste ma efficienti), e gran parte dei contatti utili con l'Etiopia.
  • Le due grandi prove per la società Eritrea saranno, e sono già, il superamento delle divisioni tribali e religiose, e l'emancipazione delle donne. Entrambi i compiti sono agevolati dalla natura della guerra che l'Eritrea ha combattuto; una guerra di popolo che coinvolgeva entrambi i sessi fianco a fianco in combattimento. Sebbene il paese sia diviso in nove gruppi etnici e tre religioni principali, la solidarietà che ne è emersa è più che retorica.
  • Sebbene la guerra di liberazione sia durata per generazioni, e sebbene ogni eritreo adulto abbia assistito alla violenza e ne abbia sofferto, non c'è il culto delle armi. Non ci sono né tangheri né trogloditi dopati di testosterone con mitra montati sulle loro jeep, come i vigliacchi guerrieri di strada «tecnici» nella vicina Somalia. È raro incontrare un poliziotto, e ancora più raro vedere un soldato armato, nonostante che i carri armati incendiati e le macerie causate dalla guerra sono disseminate per il paese.
  • La relazione del popolo Eritreo con quello Etiope non si limita all'aspetto politico. Non solo i due popoli sono uniti da cultura, geografi a e linguaggio , ma storicamente il patrimonio di Adoulis mostra che le altre tribù Etiopi sono originate in Eritrea. Nella lunga storia d'Etiopia come entità indipendente, l'Eritrea è stata separata da noi per solo 60 anni ed anche se siamo stati separati da barriere politiche ed artificiali durante questo breve lasso di tempo, non siamo stati separati nel nostro stile di vita e sentimenti reciproci.
  • Nei giorni in cui la supremazia delle armi decise la vittoria, è stato attraverso l'Eritrea che il nemico successivamente svolse atti di aggressione nei nostri confronti; oggi, i nostri nemici stanno cercando di condurre campagne di propaganda contro di noi attraverso questa stessa parte. Se l'Eritrea, come sbocco dell'Etiopia, ora diventa il palcoscenico di una campagna di propaganda come fu anche la porta d'ingresso del nemico nel paese, chi è quello che perde e chi è quello che vince? Il popolo Eritreo ha provato che cosa significa vivere sotto il dominio straniero durante 60 anni di sottomissione. Le altre parti d'Etiopia hanno anche sperimentato il dominio straniero durante i cinque anni di tribolazione.
  • Non è una sorpresa per noi, né ora né in passato, se un aggressore dovesse fare qualsiasi tipo di movimento attraverso l'Eritrea, poiché non vi è nulla di strano in questo. Quello che abbiamo trovato un po' sorprendente, tuttavia, è che, mentre il popolo Eritreo ha sempre sostenuto la propria libertà e galanteria con le azioni, dovrebbero ancora esistere, tra un popolo con una tale distinta testimonianza della storia, alcuni ipocriti che servono come strumenti volti a deturpare la storia passata e tradirla a favore degli stranieri.
  • Vi giungono nei tempi in cui i Nostri sforzi per la riunione dell'Eritrea alla Madrepatria sono stati coronati con successo, ed è stato aperto l’accesso al mare per l'Etiopia. Poiché maggiore è il numero di un popolo, meno è vulnerabile alle aggressioni, siamo orgogliosi di sapere che le persone di una vecchia provincia un tempo strappata via dalla Madrepatria sono ora riunite con Noi.
  • L'Eritrea non è in vendita, né per l'Iran, né per Israele, né per gli Stati Uniti, per nessuno.
  • Non c'è mai stata un'opposizione in questo paese.
  • [Riguardo il conflitto eritreo-etiope] Per la cronaca, questo problema della frontiera è stato un conflitto insensato fomentato in primo luogo dagli Stati Uniti.
  • Siamo i migliori di questo continente.

Voci correlate

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