Propositi assurdi per un fantastico 2019

Dopo un black out di quasi sei mesi, eccomi di ritorno sul blog, attratta irresistibilmente dalla tentazione di un post di inizio anno: se siete amiche di queste pagine sapete che adoro i post sui “buoni propositi”, mi piace fare liste e progetti a lungo termine, che spesso diventano a lunghissimo termine. Di questi tempi però non è proprio il caso di prendere impegni con me stessa, almeno per quanto riguarda creatività e tempo libero.

E allora, rinunci? Macchè, questo è il post dei propositi irrealizzabili per il 2019, ovvero le piccole e grandi cose che vorrei fare se trovassi il modo per rimediare delle ore extra per le mie giornate, in rigoroso ordine sparso.

1. Fare un quilt dal libro “Cabin fever”, che ho acquistato quando mi sono innamorata dei Kona cotton, ovvero dei tessuti in tinta unita; il prescelto doveva essere questo…

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2. Fare kg e kg di biscotti in compagnia di Beatrice e Valentino, sperimentando almeno metà delle formine che abbiamo in cucina, comprandone altre e osando glasse, zuccherini colorati e tanta tanta cioccolata!

biscotti

3. Imparare a fare a maglia; dico imparare apposta, facendo finta di dimenticarmi delle mie precedenti performance (un maglione rosa in quinta elementare diventato piccolo prima di essere cucito ed una sciarpa sferruzzata per il Giraffo, talmente pesante che non riusciva a portarla e che si arrotolava da sola una volta deposta). Ma sono follemente innamorata dei kit per maglia moderni, dal look e packaging irresistibili (devo studiarli dal punto di vista del marketing, quindi l’acquisto sarà giustificato in ogni caso!).

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4. Realizzare il libro di stoffa con animaletti per Beatrice prima che Beatrice diventi troppo grande per apprezzarlo: non ricordo più quando ho acquistato il pattern, ho iniziato a disegnare e adesivare e poi… Ma magari quest’anno…

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5. Imparare a fare la pasta fatta in casa, meglio se ripiena, dando finalmente un senso al tirapasta voluto e ricevuto per il matrimonio; alla fine del 2018 ho trovato la mia possibile insegnante, ora si tratta solo di organizzare. Vedremo.

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6. Iniziare a fare pilates: in realtà ho già individuato insegnante, orario, location e forse una compagna d’eccezione. In effetti, è troppo concreto per far parte di questa lista!

6. Leggere, magari 5 minuti quasi ogni giorno, ma portare avanti un libro: appena riuscirò a finire il meraviglioso Malaussene, mi butterò su questo, anche perchè nel frattempo mi hanno già regalato il libro successivo dello stesso autore. Ce-la-posso-fare!

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7. Fare la bambola delle Country Dolls per cui ho acquistato tutto, ma proprio tutto, in fiera a Bergamo, perfettamente consapevole che sarebbe rimasto tutto in borsa! Ma sono così belle… che bisogna almeno provare (tutto sta a capire quando!).

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8. Fare tanti (è o non è una lista assurda? Lasciatemi fare!) di quei quilt con motivi ripetitivi, che a fare i calcoli prima ti sembra di spararti, ma poi secondo me sono di un rilassante… Le ispirazioni sono talmente tante che passerò l’anno a scegliere il blocco: questo è uno dei candidati…

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9. Andare a visitare una fiera internazionale insieme alla Zia Pazza; ho già i biglietti aerei, ma ancora non mi par vero, quindi in questa lista ci sta tutta!

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10. Un sacco di altre cose! Fare le corse in corridoio con i bambini la sera invece di lavare i piatti, andare dalla parrucchiera prima di sembrare una strega, mettere lo smalto bello almeno una volta al mese, cucirmi una camicetta ed una felpa, ma anche un vestitino in jersey per Bea e tante braghette con motivi simpatici per Vale, preparare tanti regali handmade per le persone a cui voglio bene, finire il riccio per Silvia iniziato un secolo fa e completare il ricamo per la stanza dei bambini. Potrei continuare e riempire un altro post, ma me li salvo per il 2020!

Buon anno a tutte voi amiche maculate!

Le fatine di Irene: da UFO a WIP!

Se sei una creativa sai perfettamente cosa significa il termine UFO (se sei una creativa e non hai UFO all’attivo ti prego smetti di leggere questo blog, ti renderebbe nervosa :p): un progetto iniziato in un più o meno lontano passato e poi – MOMENTANEAMENTE – abbandonato in un cassetto in attesa di tempo/ispirazione/stoffa o filato mancante/voglia/coraggio e chi più (giustificazioni) ne ha più ne metta.

Nei miei cassetti di UFO ne ho un bel po’, li amo ancora quasi tutti e mi piacerebbe riprenderli, ma la mia giustificazione principale è il fattore tempo. Ma prima o poi… Lasciamo perdere, eviterò false promesse!

Ma se un progetto non è neppure iniziato, si può chiamare UFO? Nella top five dei sensi di colpa da un bel po’ di mesi ci sono queste deliziose fatine, crocettate da un gruppo di amiche e dalla sottoscritta per la (non più così) piccola Irene, figlia di una delle mie più care amiche.

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Venerdì scorso ho deciso che mi meritavo qualche ora di evasione, o che, quanto meno, Irene si meritava di avvicinarsi un po’ alla sua copertina; ho portato i ricami in negozio e, complice un tempo assurdamente inclemente (dopo tutto, cos’altro può succedere se mi rimetto a cucire dopo mesi?), che ha tenuto lontano chiunque, ho iniziato a cucirle!

Ho scelto un progetto semplicissimo (vorrei provare a finirlo prima che Irene si iscriva all’università) e delle stoffe zuccherose che richiamino i colori dei ricami. Sono a buon punto con il top, poi spero di non arenarmi nella quiltatura (oppure di trovare il coraggio di abdicare a favore di qualche professionista) e di farla arrivare presto a destinazione.

Abbi fede piccolina! E non crescere troppo in fretta!

Beatrice, le magliette e l’originalità

La scorsa settimana Beatrice mi ha detto, con una certa soddisfazione, che la maglietta che indossava (di una nota casa di abbigliamento per bambini francese) ce l’aveva uguale la sua amica Margaux; posso capire, avere la maglietta uguale ad una nuova amica, oltretutto più grande, crea senso di accettazione e di appartenenza al gruppo. Ultimamente poi, Beatrice usa le magliette per socializzare: quando arriva a scuola per prima cosa mostra alla maestra che maglietta indossa, se incontriamo qualche mamma dei compagni o mia amica idem, si apre la felpa e squilla “guarda!”. Il bello è che non le sceglie nemmeno lei, mette quello che tiro fuori dall’armadio io, però poi le sfoggia alla grande.

Vanitosa o meno, quello che mi piacerebbe è insegnarle il valore dell’originalità: un capo diverso dalla grande distribuzione, personalizzato per te o ancora meglio da te stessa ha un valore aggiunto speciale; sceglierlo è un modo per esprimere il proprio gusto, il proprio carattere per affermare il proprio essere. Spero possa capirlo già da piccola e non mi accontenti solo facendosi i capelli fluo nella preadolescenza!

Nel frattempo, per dare il buon esempio e farmi un regalo, mi sono ritagliata un pomeriggio da Patchworkvictim per cucirmi una camicetta con una stoffa che a molti sembrerà assurda ma che io adoro, piena di giraffe (anzi, zebraffe!) su una base color curry, che confido donerà al mio incarnato pallidino. Io la sfoggerò orgogliosa, sicura, al 99%, che non mi troverò mai nella stessa stanza con una camicetta identica!

…E poi farò una gran coppia con la camicetta a balenottere della Zia Pazza!

Il mio regalo di compleanno

Nel primo post dell’anno vi raccontavo di avere una nuova compagna ed oggi ve la presento: è una Bernina 350, che il Giraffo mi ha regalato per il mio compleanno. Alt, ferme lì, non scatenatevi in complimenti sul marito sensibile alle passioni della moglie, la verità è che era terribilmente a corto di idee (e dopo 18 anni di regali forse glielo possiamo concedere… Purchè non duri!) e che io forse l’ho un pochino, dico un pochino eh, incoraggiato (tipo che cercavo di insegnare a Valentino a dire “Bernina”; dice solo mam-ma, mi sembrava perfetta come seconda parola, che dite?).

Berni e strisce
La nuova Berni prende il posto sulla mia scrivania della tanto amata 240, regalo di matrimonio delle mie splendide Wonder Amiche, compagna di infiniti km di punti, ma che non ha retto all’abbandono seguito alla nascita dei miei bimbi, si è intristita e ora non cuce più come una volta. La scorsa estate me la sono anche portata in negozio con grandi obiettivi… Ancora da raggiungere!

La sua presenza in casa mi ha scatenato un’irresistibile voglia di cucire: perché se pensate che io, con tutte queste stoffe per le mani, non faccia altro che cucire, vi sbagliate di grosso. E’ vero che son sommersa (piacevolmente, molto piacevolmente) dai tessuti, ma anche dal lavoro, dagli impegni di mamma e da una serie di piccoli e grandi imprevisti. Dalla nascita di Beatrice a questa parte ho cucito pochissimo e meno si fa, più ci si sente imbranate (non capiterà alle grandi quilters, per loro sarà come andare in bicicletta, ma io mi sento impedita come una foca); e poi vorrei fare mille cose diverse, dal recupero di vecchi ufo a progetti nuovi ed irresistibili (per i bambini, per me, per le amiche, per il negozio). Ieri mi son ritagliata una mezz’oretta da sola con la Berni ed ho finalmente sperimentato la tecnica delle strisce che ci ha insegnato Roberta Sperandio nel corso di primo livello: mi è piaciuta tantissimo!

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Devo fare incetta di scraps, possibilmente dotati di cimose, e sperimentare un po’ di accostamenti… Ma prima devo trovare l’ingrediente n. 1: il tempo!
Alla prossima 😉

Il mio San Valentino

Ve lo dico, a me San Valentino piace: non solo perché è l’onomastico del mio pupetto (mai nome fu più azzeccato, sono davvero orgogliosa della scelta; dovreste vederlo, quando vi guarda serio, concentrato e dopo qualche secondo gli esplode questo sorriso a tutta guancia, con gli occhi luccicanti circondati da quelle ciglia extra-long; roba da sciogliersi, garantisco!), ma anche come festa degli innamorati.

E’ commerciale? Sì, gli imprenditori ci marciano su, ma dopo tutto è il loro mestiere.

Bisogna amarsi tutto l’anno e non solo il 14 febbraio? Verissimo, ma se lavori troppo e corri tutto l’anno, cogli almeno questo giorno per fare un gesto affettuoso, una sorpresa inaspettata, un pensierino carino (senza strafare, dopo tutto i commercianti di cui sopra ti daranno ampia scelta).

Io ieri ho cercato di fare la super mamma ed ho comprato il cioccolatini per il Giraffo (ma Beatrice ha svelato la sorpresa già a cena), ho fatto la crostata di ricotta e cioccolato per Valentino (ma l’ho bruciacchiata, perché ho fatto accendere il forno alla nonna e lei lo mette sempre sulla funziona sbagliata… E io non me ne accorgo!), i biscotti per Beatrice perché facesse festa anche lei (ha dato grande soddisfazione), i biscotti per le maestre di Tino (stamattina il latin lover ha consegnato la sua prima Valentina… Voglio crescere un figlio romantico!) ed un po’ per l’evento Polaroid for children che abbiamo giovedì da Patchworkvictim (mi piace coccolare le mie clienti!).

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La ricetta della crostata la trovate qui ed i biscotti sono fatti con la stessa pasta frolla (ho raddoppiato la dose per riuscire a fare tutto) + marmellata di lamponi, la mia preferita.

E se vi state chiedendo cos’ho ricevuto io, beh questa volta deluderò le sostenitrici del Giraffo! Scatolina di Baci Perugina in extremis… Un po’ troppo in extremis! Ma si può rifare già domani, giusto? 😉

Sono tornata! (?)

Beh, un punto interrogativo ci sta, dall’ultimo post è passato più di anno e non sapete quante volte ho scritto e riscritto un nuovo articolo nella mia testa; la verità è che dopo la nascita di Valentino il tempo ha iniziato a scorrere diversamente, le giornate, seppur lunghissime a causa di una mancanza di sonno cronica (ci era andata bene una volta, sarebbe stato troppo bello fare il bis anche sotto questo profilo), finiscono sempre troppo presto e per questo mio angolo di creatività non c’è mai tempo.

Ma lungi da me piangermi addosso, il 2017 è stato un anno fantastico: abbiamo ritrovato l’equilibrio in questo nuovo assetto a quattro testoline, i bambini sono fantastici, si vogliono bene, sono cresciuti ed hanno fatto dei progressi enormi; Beatrice ha iniziato a parlare ed ora nessuno la ferma più, Valentino è un adorabile rubacuori che mangia più di sua sorella (bella lotta, ve lo garantisco). E poi c’è stato Patchworkvictim, che di fatto è come il mio terzo figlio, e che proprio nell’anno più complicato e pieno della mia vita ha deciso che era il momento giusto per fare un salto di qualità: mi ha fatto conoscere delle persone fantastiche, delle artiste della macchina da cucire, mi ha fatto incontrare tante clienti di persona, mi ha fatto fare quello che adoro, ovvero scegliere tessuti e consigliare abbinamenti. E poi ha convinto me (ed il Giraffo, insostituibile sostenitore) che era il momento giusto per lanciarsi in una nuova sfida, l’apertura di un negozio fisico, nella nostra città, tagliato sul nostro innovativo progetto: vendere tessuti, ma ancora prima cucirli per creare tanti oggetti artigianali per bimbi ed adulti.

E così eccomi qui, stanca, assonnata e con l’impressione di essere costantemente in un pressure test, ma anche appassionata, motivata e piena di voglia di fare; il mio 2018 è partito con la volontà di continuare quello che ho iniziato ma anche di riprendermi quella parte di me, la mia creatività, che tanto mi manca. Pochi giorni fa ho anche festeggiato il mio 39esimo compleanno, ho brindato alla mia felicità e ricevuto un regalo fantastico, che spero diventerà una fedele compagna; ma di lei vi parlerò nel prossimo post.

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Questa foto ce l’ha scattata Martina Effe lo scorso agosto; adesso Valentino ha i capelli ricci ricci e finalmente somiglia alla mamma (almeno uno!)

Con il primo freddo spunta una Giraffa

Non pensavo sarebbe stato così difficile ritornare a scrivere dopo qualche mese di assenza da queste pagine; probabilmente, in questo periodo di totale mancanza di tempo, mi sento quasi in colpa a coltivare una passione “solo mia” e cerco di fare cose più “utili”… Anche se meno soddisfacenti!

Ma devo fare un passo indietro e raccontarvi il mio bizzarro 2016: l’anno si era aperto pieno di entusiasmo, per l’emozione di veder crescere la mia piccola Beatrice, per l’adrenalina che mi dava l’aver iniziato la nuova avventura di Patchworkvictim, per i buoni propositi su come far crescere il laboratorio di cucito creativo che iniziava a regalare belle soddisfazioni. Al culmine dell’euforia mi ero persino iscritta al progetto 365 challenge quilt block (pensando assurdamente di poter cucire un miniblocco patchwork al giorno)… E poi…

E poi mi è venuta la nausea. Mi dicevo che era impossibile, ma la sensazione era proprio quella terribilmente familiare provata esattamente due anni prima… Insomma, facciamola breve: come nel più trito dei clichè, dopo aver cercato per anni la nostra Beatrice, il nuovo membro della famiglia si è insinuato con velocità ed estrema determinazione, ha preso in ostaggio la mamma per 9 mesi ed ora è qui con me e mi lancia dei sorrisetti meravigliosi.

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La Famiglia Giraffica in versione allargata

Ovviamente l’organizzazione familiare e lavorativa ha subito un bel po’ di cambiamenti, io non tocco la macchina da cucire da troppo tempo e come si può vedere queste pagine ne hanno risentito. Però la mia testolina è piena di progetti per questo 2017, il laboratorio è pieno di stoffe nuove e ci sono abili manine che si impegnano per realizzare un sacco di creazioni, per grandi e piccini.

Quindi continuate a seguire le orme giraffiche, spero di ritornare presto con un post più creativo 😉

Nuove letture: L’ABC del cioccolato

Qualche settimana fa mi sono imbattuta in questo libro ed ho dato per scontato che fosse fresco di stampa, dato che non ricordavo di averlo mai visto; io adoro i libri di cucina e per quelli di pasticceria (purchè abbiano almeno una foto per ogni ricetta) ho una vera e propria ossessione. I libri della Guido Tommasi Editore poi andrebbero comprati anche al di là delle ricette che contengono, tanto sono belli da vedere. Il libro, in realtà, è uscito nel 2010 e-non-so-come io non ne ho saputo nulla fino ad ora! Dovendo recuperare in fretta, l’ho sfogliato velocemente e mi sono buttata su un grande classico per il quale però io non avevo ancora una ricetta infallibile: il plumcake con pezzi di cioccolato.

Ricetta facile da realizzare ed ottimo risultato, il dolce rimane morbidissimo per giorni, anche se sarebbe più corretto dire “parecchie ore”, dato che non è durato molto e la cosa più complicata è stato fotografarlo prima che Beatrice si aggiudicasse l’ultima fetta.

Nel complesso il libro è bello, ha un sacco di spunti interessanti, ma anche due pecche: tende a non indicare la misura degli stampi da utilizzare (omissione molto diffusa fra autori e foodblogger, che mi fa impazzire, ma che vi costa??) e su alcune ricette propone un modo di procedere per amalgamare gli ingredienti che non mi trova d’accordo, ma siamo libere di fare a modo nostro, no?

Per non lasciarvi a bocca completamente asciutta, ecco in breve la ricetta per “Il mio savana”, come lo definisce l’autrice.

Lavorate con le fruste 100 g. di burro morbido e 220 g. di zucchero, unite 3 tuorli, 2 cucchiaini di estratto di vaniglia, 100 ml di latte e 220 g. di farina setacciata con una bustina di lievito; montare 3 albumi a neve ed aggiungerli all’impasto, unire infine 60 g. di cioccolato (70% cacao) tritato. Trasferire tutto in uno stampo da plumcake rivestito con carta da forno e cuocere in forno preriscaldato a 150°C per un’ora (a me sono bastati 50 minuti!).

Fatemi sapere se vi piace 🙂

Presentazione collezione autunno 2016 da Belle et Beau

Amiche triestine (e non), siete tutte affettuosamente invitate al nuovo evento che celebra la fortunata collaborazione con Belle et Beau, la profumeria artistica di Costanza ed Emanuele a Trieste in via XXX Ottobre 6/B.

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Sabato 15 ottobre, fra le 15.00 e le 19.00, vi accoglieremo con the e pasticcini e vi presenteremo le nuove proposte per questo autunno: vestitini per bambini, accessori coloratissimi dedicati ai più piccoli e nuove idee regalo pensate per i più grandi.

Inoltre, fra il 15 ed il 31 ottobre, chi acquisterà da Belle et Beau un articolo “giraffico” riceverà un simpatico omaggio.

Vi aspettiamo!!

Sacco nanna per una principessa

L’autunno si fa sentire stamattina, almeno qui a Trieste; per me quest’anno è particolarmente piacevole iniziare a vestirmi di più, stendere una copertina sul letto ed abbozzare un cambio di stagione nell’armadio. Con lo stesso atteggiamento un po’ freddoloso vado ad aggiornare il blog, mostrandovi un sacco nanna cucito ancora lo scorso inverno per una deliziosa principessina.

La stoffa scelta dalla mamma è un tripudio di rosa, di reginette, unicorni e carrozze; spero che questa fantasia da favola abbia cullato la piccola Sara nella sua nanna per molte notti.

I sacchi nanna si possono realizzare su ordinazione, utilizzando una o più delle molte stoffe da bambini presenti nel nostro negozio di tessuti americani on-line Patchworkvictim; scrivetemi e vi aiuterò nella scelta!

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