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Operaio

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Operaie in una fabbrica di componenti per aeroplani

Citazioni sull'operaio.

  • Ah, poco importa all'operaio, | quanto vicino a Dio il suo lavoro l'esalti, | l'Operaio amoroso nel tempo e nello spazio. (Walt Whitman)
  • Che c'è di piu bello di un operaio in piena attività? Nulla! (Pentimento)
  • Ciò che resta originario nell'operaio è ciò che non è verbale: per esempio la sua fisicità, la sua voce, il suo corpo. Il corpo: ecco una terra non ancora colonizzata dal potere. (Pier Paolo Pasolini)
  • Dove l'operaio dispone dei mezzi di produzione, egli non vende la sua forza-lavoro, ma la impiega egli stesso e vende i suoi prodotti. Perché la forza-lavoro diventi merce l'operaio deve essere separato dai mezzi di produzione, soprattutto dal più importante di essi, dalla terra. (Karl Kautsky)
  • Gli operai, e forse soprattutto le loro mogli, aspiravano a essere, o rimanere, rispettati nel loro ambiente. Non erano disposti ad apparire insufficientemente rispettabili o insufficientemente nazionali. (John Lukacs)
  • Gli operai non hanno patria. Non si può levar loro quello che non hanno. Siccome il proletariato d'ogni paese deve, in primo luogo, costituirsi in classe nazionale nel proprio paese, nei suoi proprii limiti nazionali, per questo fatto egli è nazionale, non però nel senso borghese. (Manifesto del Partito Comunista)
  • Gli operai sindacati chiedono di essere considerati almeno come eguali ai borghesi, in virtù del principio che tutti gli uomini sono eguali; ma poi mandano a spasso quel bel principio, ritenendosi come molto superiori agli operai non sindacati ed ai Krumiri. (Vilfredo Pareto)
  • I padroni non considerano il lavoratore un uomo, lo considerano una macchina, un automa. Ma il lavoratore non è un attrezzo qualsiasi, non si affitta, non si vende. Il lavoratore è un uomo, ha una sua personalità, un suo amor proprio, una sua idea, una sua opinione politica, una sua fede religiosa e vuole che questi suoi diritti vengano rispettati da tutti e in primo luogo dal padrone. (Giuseppe Di Vittorio)
  • Il risultato di questo lungo allenamento è che, mentre il borghese, entro certi limiti, si aspetta di ottenere ciò che desidera, l'operaio si sente sempre lo schiavo di una più o meno misteriosa autorità. (George Orwell)
  • In una società in cui vi è lotta di classe, se le classi sfruttatrici hanno la libertà di sfruttare i lavoratori, i lavoratori non hanno la libertà di non subire lo sfruttamento. Se vi è democrazia per la borghesia, non vi è democrazia per il proletariato e per il lavoratori. (Mao Tse-tung)
  • L'operaio deve considerare il «padrone» un padre, e perciò deve avere stima e fiducia. Un padre non licenzierebbe il proprio figlio perché ha sbagliato. Semmai lo rimprovera. Ma buttarlo a mare non può. (Ferdinando Innocenti)
  • L'operaio non è né tedesco, né italiano, né slavo, né francese, egli è bensì il lavorante del tempio della pace... (Giuseppe Caprin)
  • Nessuna ricchezza può recare vantaggio ai capitalisti se non trovano degli operai disposti ad applicare il loro lavoro agli strumenti e ai materiali che essi posseggono e a produrre nuove ricchezze. Quando gli operai sono isolati gli uni dagli altri di fronte ai padroni, rimangono degli autentici schiavi e lavorano eternamente per un tozzo di pane per conto di un uomo a loro estraneo, rimangono eternamente dei salariati docili e muti. Ma quando gli operai proclamano insieme le loro rivendicazioni e rifiutano di sottomettersi a colui che ha il portafoglio gonfio, allora essi cessano di essere degli schiavi, diventano degli uomini, cominciano ad esigere che il loro lavoro non serva soltanto ad arricchire un pugno di parassiti, ma dia la possibilità a coloro che lavorano di vivere da uomini. (Lenin)
  • Non è che gli abitatori i slums non possano fare a meno della sporcizia e della promiscuità, come ama credere la borghesia panciuta [...] Si dia al popolo una casa decente e il popolo imparerà in breve a tenerla in modo decente. (George Orwell)
  • Ogni centro industriale e commerciale possiede ora in Inghilterra una classe operaia divisa in due campi ostili, i proletari inglesi e i proletari irlandesi. L'operaio inglese medio odia l'operaio irlandese come un concorrente che abbassa il suo livello di vita. Rispetto al lavoratore irlandese egli si sente un membro della nazione dominante, e così si costituisce in uno strumento degli aristocratici e dei capitalisti del suo paese contro l'Irlanda, rafforzando in questo modo il loro dominio su lui stesso. Si nutre di pregiudizi religiosi, sociali e nazionali contro il lavoratore irlandese. [...] L'irlandese gli rende la pariglia, e con gli interessi. Egli vede nell'operaio inglese nello stesso tempo il complice e lo strumento stupido del dominio inglese sull'Irlanda. Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stampa, dagli oratori, dalle caricature, in breve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell'impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. È il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere. E questa classe ne è perfettamente cosciente. (Karl Marx)
  • Oh! Saper essere come l'operaio che sente una sua precisa direttiva di azione e di pensiero, ed è filosofo senza saperlo, come il borghese gentiluomo era prosatore! (attribuita a Antonio Gramsci)
  • Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro. Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l'operaio. (Giorgio Gaber)
  • Rammento ancora il mio disprezzo quando lessi per la prima volta la descrizione fatta da Marx della disposizione degli operai verso il lavoro in una società capitalistica. Il lavoratore, dice Marx, sente di essere fisicamente e moralmente debilitato dalle proprie mansioni. Egli vive da esule nel suo stesso luogo di lavoro e si sente a casa solo quando ne è lontano. In vita sua, Marx non ha mai fatto un solo giorno di lavoro e non si è mai preso il disturbo di scoprire cosa risponderebbe davvero un operaio se gli si chiedesse come si sente quando lavora. Semplicemente egli dava per scontato che gli operai fossero una specie inferiore di intellettuali. (Eric Hoffer)
  • Solo gli operai sanno quanto vale il tempo; se lo fanno sempre pagare. (Voltaire)
  • Sono nuovamente colpito dal fatto che un operaio, non appena fa carriera nei sindacati o si interessa alla politica laburista, diventa, lo voglia o no, un borghese. È così: combattendo la borghesia, ne assume l'aspetto. (George Orwell)
  • È un fatto consolantissimo, in mezzo alle tante sciagure che ci circondano, quello di vedere che lo spirito d'associazione va sempre più crescendo in Italia e specialmente nell'elemento dell'operaio.
    Gli operai italiani facciano a loro volta quello che vanno oggi facendo gli operai inglesi, i quali si schierano e si coordinano costituendosi in lega. Una Lega operaia italiana si costituisca e dia la mano alla Lega operaia inglese; e su larga scala gli operai tutti di Italia imitino l'atto generoso e fraterno degli operai di Parigi e gli operai di Berlino. Si lavori alacremente a cementare l'elemento operaio delle diverse nazioni sorelle in uno: Lega operaia universale, ed alle subdole arti della diplomazia e delle false alleanze e dei congressi buonaparteschi, potrebbero gli operai uniti opporre la vera democrazia, l'alleanza della Lega operaia, i Congressi operai universali; in una parola, alla depressione apporre l'educazione, perché è l'educazione che scioglierà il gran problema che si agita nel nostro secolo, l'emancipazione. Essa, l'educazione, ai prepotenti della terra, in cocolla o senza, dirà col Giusti: «Cessi il mercato reo, cessi la frode».
  • Non sono nato alle pubbliche assemblee; ma se v'è radunanza alla quale ami trovarmi, è quella degli operai. In mezzo a quei semplici cuori, io mi sento in famiglia.
  • Soccorrere i soci infermi, questo è dovere sacro per ogni società operaia. Per soccorrersi reciprocamente però e d'un modo efficace conviene avere i mezzi. Per cui è necessario migliorare la condizione degli operai stessi. Di più del mutuo soccorso le società operaie devono occuparsi di politica, cioè, procurar col tempo di avere un buon governo che non tolga i figli del popolo per il servizio d'una monarchia, ma per quello del proprio Paese.
    Sostituire in poche parole all'esercito permanente, la nazione armata quando sia d'uopo.

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