Susannah Darwin

nobildonna inglese

Susannah Darwin (nata Wedgwood; Stoke-on-Trent, 3 gennaio 1765Shrewsbury, 15 luglio 1817) è stata una nobildonna inglese, madre di Charles Darwin.

Susannah Darwin, nata Wedgwood (acquerello dipinto su avorio, dipinto di Peter Pailou il Giovane, 1793)

Biografia

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Primi anni

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Nativa di Etruria, vicino a Stoke-on-Trent, nello Staffordshire, Susannah Wedgwood era la figlia di Josiah e Sarah Wedgwood e crebbe a Etruria Hall, la casa della famiglia Wedgwood a Stoke on Trent, che fu completata nel 1771. Alla sua nascita, l'attività di Josiah Wedgwood era già in espansione e di successo e lei crebbe in condizioni sempre più agiate. Era la maggiore degli otto figli dei Wedgwood, nota col soprannome affettivo di "Sukey" all'interno della famiglia. Il suo battesimo, avvenuto nel gennaio 1765 in casa a causa del maltempo, fu seguito da una cena a base di aragoste e vino porto per tutta la famiglia, anche se, come segno delle cose a venire, il padre dovette andarsene presto per occuparsi di questioni di lavoro.[1]

All'età di sette anni, fu mandata in un collegio a Manchester, ma fece ritorno a casa per le vacanze estive "piena di pustole, bolle e secrezioni", secondo una lettera del padre. Quindi, fu portata alle terme di Buxton per riprendersi e, in seguito, fu istruita a casa, con visite occasionali a Londra per stare con l'amico e socio in affari del padre Thomas Bentley.[2]

Matrimonio con Robert Darwin

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The Mount, nei pressi di Shrewsbury, casa del 1.800

Erasmus Darwin, padre di Robert Darwin, era da tempo amico di Josiah e lei conosceva la famiglia fin dall'infanzia, al punto che diede lezioni di musica a Erasmus Junior, che era un'abile suonatore di clavicembalo. Robert e Susannah si fidanzarono nel 1794, rispettivamente all'età di 29 e 28 anni.[3] Si sposarono solamente il 18 aprile 1796, quando era ormai consolidata la professione medica di Robert a Shrewsbury. Josiah era morto nel gennaio 1795, lasciando alla figlia 25.000 sterline, una somma molto considerevole per l'epoca. Nonostante le famiglie vivessero nelle Midlands, il matrimonio fu celebrato a St Marylebone, nel Middlesex, che all'epoca era parte di Londra. Non si trattava dell'attuale chiesa parrocchiale di St Marylebone, costruita solo nel 1813, ma di quella che oggi si chiama St Peter, in Vere Street, opportunamente molto vicina a Harley Street.[senza fonte]

Dal 1800, quando fu completata, la famiglia visse a The Mount, nei pressi di Shrewsbury, località tuttora esistente. Il 12 febbraio 1809 diede alla luce Charles Darwin, il quinto dei suoi sei figli.[4]

Nel 1817 iniziò ad ammalarsi, con sintomi gastrointestinali che probabilmente erano segno di una grave ulcera o di un cancro allo stomaco.

Morì il 15 luglio 1817 all'età di 52 anni. Lei, il marito e la figlia Susan sono sepolti nella chiesa di St Chad, a Shrewsbury.

Discendenza

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La figlia di Susannah Darwin, Caroline Wedgwood, nel 1816 all'età di 16 anni

Susannah Wedgwood ebbe i seguenti figli:

  • Marianne Darwin (1798-1858), che sposò Henry Parker (1788-1858) nel 1824;
  • Caroline Sarah Darwin (1800-1888), che sposò il cugino Josiah Wedgwood III;
  • Susan Elizabeth Darwin (1803-1866), nubile;
  • Erasmus Alvey Darwin (1804-1881);
  • Charles Robert Darwin (1809-1882);
  • Emily Catherine Darwin (1810-1866), sposata nel 1863 con Charles Langton, uomo di chiesa e vedovo della cugina Charlotte Wedgwood.

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Thomas Wedgwood II Thomas Wedgwood I  
 
Margaret Shaw  
Thomas Wedgwood III  
Mary Leigh Thomas Leigh  
 
Elizabeth Beech  
Josiah Wedgwood  
Josiah Stringer  
 
 
Mary Stringer  
Margaret Mouldsworth  
 
 
Susannah Darwin  
Aaron Wedgwood Aaron Wedgwood  
 
Margaret Daniel  
Richard Wedgwood  
Mary Hollins Richard Hollins  
 
Mary  
Sarah Wedgwood  
Thomas Irlam  
 
 
Susannah Irlam  
Sarah Travis John Travis  
 
 
 
  1. ^ Dolan (2004), p. 153
  2. ^ Dolan (2004), p. 323. Almeno all'inizio, lei e due cugini Willets, si erano trasferiti presso una certa signora Holland e non nella scuola. v. Dolan (2004),  pp. 253-254.
  3. ^ Dolan (2004), p. 368
  4. ^ Dolan (2004), p. 381

Bibliografia

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