Portale:Germani
Con il termine Germani si indica una popolazione indoeuropea che, muovendo dalla loro patria originaria (Scandinavia meridionale, Jutland, odierna Germania settentrionale), nei primi secoli del I millennio si espanse fino a occupare un'ampia area dell'Europa centro-settentrionale, dalla Scandinavia all'alto corso del Danubio e dal Reno alla Vistola. Da qui, a partire soprattutto dal III secolo, numerose tribù germaniche migrarono in molteplici ondate verso ogni direzione, toccando gran parte del continente europeo e arrivando fino in Nordafrica e in Nordamerica. In senso più ampio il termine Germani può essere usato per riferirsi a tutte quelle culture che hanno parlato la lingua proto-germanica o uno dei dialetti collegati (gotico, vandalico, burgunde, longobardo, antico germanico, antico franco, antico sassone, antico friso, antico inglese ed antico norreno) durante i due millenni intercorsi tra la nascita del proto-germanico nell'età del bronzo (ca. 1000-500 a.C.) e l'Alto Medioevo (ca. 500-1000 d.C.). I Germani ebbero un notevole impatto sullo sviluppo della cultura europea per il fatto di essere venuti in contatto con l'impero romano. Sono stati definiti in vari modi: orde barbare, causa del declino dell'impero romano, nobili selvaggi che vivevano nella beata ignoranza di cosa fosse la civiltà o successori di Roma. A prescindere da come li si giudichi, quello che è certo è che i Germani cambiarono drasticamente l'aspetto e la cultura del continente europeo. |
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I Germani furono il risultato dell'indoeuropeizzazione, nella prima metà del III millennio a.C., della Scandinavia meridionale e dello Jutland da parte di genti provenienti dall'Europa centrale, già indoeuropeizzata nel corso del IV millennio a.C. Sebbene la cronologia esatta di questa penetrazione sia ancora oggetto di disputa, è riconosciuto che entro il 2500 a.C. gli elementi culturali propri di questi popoli - la Cultura del vaso campaniforme (detta anche della ceramica a cordicella) e la Cultura dell'ascia da combattimento - avevano raggiunto un'ampia area dell'Europa settentrionale, dal Mar Baltico orientale all'odierna Russia europea, dalla Penisola scandinava alle coste orientali del Mare del Nord. Per approfondire: Cultura del vaso campaniforme, Cultura dell'ascia da combattimento, Età della Pietra nordica, Indoeuropei, Jutland, Urheimat. |
Dal V al I secolo a.C., durante l'Età del ferro, i Germani premettero costantemente verso sud, venendo a contatto (e spesso in conflitto) con i Celti e, in seguito, con i Romani. Lo spostamento verso sud fu probabilmente influenzato da un peggioramento delle condizioni climatiche in Scandinavia tra il 600 a.C. e il 300 a.C. circa. Nell'area di contatto con i Celti, lungo il Reno, i due popoli entrarono in conflitto. Sul lungo periodo, a uscire vincitori dal confronto furono i Germani, che qualche secolo più tardi sarebbero dilagati a occidente del Reno. Identico processo si sarebbe verificato, a sud, lungo l'altro argine naturale alla loro espansione, il Danubio. Sul finire del II secolo a.C. i Germani risultavano presenti, oltre che nella loro patria originaria baltico-scandinava, in un'ampia ma indefinita regione dell'Europa centrale, corrispondente agli attuali Paesi Bassi, Germania centro-settentrionale e Polonia centro-occidentale. I confini dell'area da loro raggiunta, sia pure soggetti a mutamenti, coincidevano a grandi linee con i bassi corsi del Reno a ovest e della Vistola a est; a sud la situazione era ancor più incerta, con penetrazioni germaniche anche profonde in regioni abitate prevalentemente da Celti, come Norico e Pannonia. I Germani vennero a contatto con Roma fin dall'ultimo scorcio del II secolo a.C., con le incursioni di Cimbri e Teutoni in territorio romano. I due popoli germanici mossero dal natio Jutland e penetrarono in Gallia, discendendo il Rodano e sconfiggendo in più occasioni le legioni romane che avevano tentato di arginarne l'invasione. Negli anni successivi i Cimbri penetrarono in Iberia, mentre i Teutoni proseguirono le loro scorrerie in Gallia settentrionale. Per approfondire: Battaglia dei Campi Raudii, Battaglia di Aquae Sextiae, Celti, Cerchi di pietre dell'età del ferro, Cimbri, Età del ferro, Gaio Mario, Teutoni. |
Dopo un periodo di tranquillità, i Germani ripresero a manovrare contro l'Impero romano nel 135, con gli Svevi; contro di loro mosse, in due campagne, Lucio Elio Cesare (136-137). Ma nel corso del II secolo furono soprattutto i Marcomanni a combattere contro Roma, dando vita a un lungo periodo di conflitti militari (dal 167 al 188) combattuti soprattutto in Pannonia. Intorno ai Marcomanni si realizzò una coalizione di tribù, che includeva anche Quadi, Vandali, Naristi, Longobardi e perfino popoli non germanici, come gli Iazigi di ceppo sarmatico. Contro di essa mosse l'imperatore Marco Aurelio che, pur sconfiggendo a più riprese i barbari, non riuscì (anche a causa della morte che lo colse nel corso della campagna) a completare il suo progetto con l'istituzione della provincia della Marcomannia. Per approfondire: Guerre marcomanniche, Marcomanni, Marcomannia. |
Verso la metà del IV secolo la pressione delle tribù germaniche era diventata molto forte, incalzata dagli Unni provenienti dall'Asia. Presero avvio migrazioni di massa verso l'Impero. In un primo momento Roma tentò di assorbire gli spostamenti. Nel 361 i Germani irruppero in massa. Alla fine alcuni popoli si ritrovarono in Nordafrica. I Visigoti sconfissero Valente. Da questo momento gli imperatori cominciarono ad adottare sistemi detti hospitalitas e foederatio. Nel 354 gli Alemanni penetrarono in Gallia saccheggiando dopo la Battaglia di Reims. I Franchi furono protagonisti di diverse incursioni in Gallia. I Sassoni iniziarono a muoversi verso la Gran Bretagna, ma furono bloccati. Nel 357 Marcomanni e Quadi invasero e saccheggiarono Rezia, Pannonia e Mesia. Nel 332 i Visigoti sfondarono il Limes, ma furono sconfitti da Costantino, che li assorbì. Parte del popolo si convertì al cristianesimo. Nel 375 i Visigoti chiesero asilo a Valente, che lo concesse. Non venne assicurato l'approvvigionamento alimentare, e i Visigoti si ribellarono: con gli Ostrogoti sconfissero un esercito romano a Marcianopoli. Per approfondire: Battaglia di Adrianopoli (378), Battaglia di Argentovaria, Battaglia di Reims (356), Battaglia di Solicinium, Battaglia di Strasburgo, Campagne suebo-sarmatiche di Valentiniano I, Cristianizzazione dei Germani, Foederati, Hospitalitas, Invasioni barbariche del IV secolo. |
Il periodo successivo alla deposizione dell'ultimo imperatore Romolo Augusto e alla fine dell'Impero romano d'Occidente del 476 d.C. vide lo stabilizzarsi di nuovi regni (detti regni latino-germanici o romano-barbarici), che si erano andati formando nelle ex province romane a partire dalle invasioni del V secolo e che, inizialmente, erano stati formalmente dipendenti dall'impero. Il regno fu l'unica istituzione politica nuova elaborata dagli invasori anche se ci furono importanti differenze all'interno dei popoli germanici. Schematizzando si può dire che il regno barbarico non conobbe la separazione dei poteri, concentrati tutti nelle mani del re che li aveva acquisiti per diritto di conquista, al punto che la cosa pubblica tendeva a confondersi con la sua proprietà personale e la stessa nozione di regno con la persona di chi esercitava il potere politico e assicurava la protezione militare dei sudditi, dai quali esigeva in cambio fedeltà. La monarchia dei popoli barbarici non fu territoriale bensì nazionale, ossia rappresentò chi era nato nella stessa tribù. Per approfondire: Regni romano-barbarici, Eptarchia anglosassone, Regno franco, Regno longobardo, Regno ostrogoto, Regno suebo, Regno visigoto Vedi anche: Burgundi, Regno di Soissons, Storia della Gallia tardo-antica e altomedievale, Vandali |
La struttura fondamentale della società germanica era il clan (Sippe), formato dall'unione di più famiglie patriarcali imparentate fra loro. Il clan costituiva un'entità economica, militare e politica del tutto autonoma e autosufficiente. L'entità superiore delle Sippen era il "popolo" (gau o pagus, chiamato dai Romani civitas), cioè una tribù stanziata in un determinato territorio. Dopo gli uomini liberi venivano gli haldii, uomini semiliberi legati alla terra quasi alla stregua di servi della gleba; infine gli schiavi, quasi sempre prigionieri di guerra o civili catturati durante le razzie. I germani vivevano in piccole comunità o insediamenti sparsi. Le costruzioni erano in legno e assai semplici. Le scoperte archeologiche testimoniano tuttavia l'esistenza nelle zone occupate dai germani di luoghi fortificati, i burga, da cui i nomi delle città che terminano in burg o bury. Non esisteva la proprietà privata della terra, che veniva spartita tra i clan. I Germani ad est del Reno erano più alti rispetto ai soldati romani. Vestivano con un gonnellino di pelle animale o pantaloni. Le tribù più evolute producevano anche abiti di lana. Solo i capi potevano indossare una tunica sagomata con le maniche lunghe. Combattevano sempre a piedi. Dalle tribù nomadi delle steppe appresero l'uso del cavallo, la padronanza dei metalli e l'oreficeria. La tecnica militare si evolse grazie alle tecniche apprese nelle file romane. L'arma principale rimaneva l'asta da urto (framea) di varia lunghezza, o i giavellotti da lancio. Altre armi erano l'ascia e la mazza. Per approfondire: Arimanni, Brughiera di Thorsberg, Mazza di Ercole, Nodo suebo, Pagus, Sippe, Witan. |
Per gli antichi Germani la giustizia era una questione privata. Chi osava offendere qualcuno subiva la vendetta dell'offeso, chiamata faida. Se uno non aveva prove certe per accusare qualcuno, si verificava la colpevolezza dell'accusato attraverso l'ordalia o giudizio di Dio (giudizio di Dio non è il nome originale, ma è stato dato dai Germani cristianizzati e dai Longobardi): se l'imputato rimaneva illeso dopo aver camminato sui carboni ardenti oppure aveva sconfitto l'accusatore poteva essere dichiarato innocente (i Germani, infatti, pensavano che il Fato non avrebbe aiutato i colpevoli). Esisteva anche una pena scontata con una multa pesante, chiamata guidrigildo. Per approfondire: Codice visigoto, Diritto germanico, Duello di Dio, Faida, Guidrigildo, Lögsögumaður, Ordalia, Thing. |
I germani parlavano la lingua proto-germanica, appartenente alle lingue indoeuropee, e tutte le sue evoluzioni note come Lingue germaniche. La lingua proto-germanica non aveva una versione scritta, era prevalentemente un lingua orale, ed è considerata estinta. Le lingue germaniche hanno dato vita a numerose lingue oggi in uso: dall'inglese al tedesco, dall'olandese al norvegese, ecc. Alcune lingue classiche appartenenti a questo ramo sono la lingua gotica, la lingua longobarda e la lingua frisone. Le prime germaniche svilupparono una versione scritta, rappresentata dall'alfabeto runico, abbastanza limitato. Le lingue dell'est utilizzarono l'alfabeto gotico. Diverse lingue germaniche usano una varietà di accenti e lettere aggiuntive, comprese le umlaut, la ß (Eszett), Ø, Æ, Å, Ð, Ȝ e Þ e Ƿ, derivate dalle rune. Per approfondire: Alfabeto gotico, Alfabeto runico, Antico frisone, Antico inglese, Antico sassone, Fraktur, Gutnico antico, Lingua frisone, Lingua gotica, Lingua gotica di Crimea, Lingua longobarda, Lingua proto-germanica, Lingue germaniche, Lingue germaniche settentrionali, Proto-norreno, Alfabeto runico, Schwabacher, Scrittura gotica. |
Il gotico è una lingua germanica estinta che era parlata dai Goti. Tutto quello che sappiamo su questa lingua lo dobbiamo principalmente al Codex Argenteus, una copia del VI secolo della traduzione della Bibbia del vescovo Ulfila risalente al IV secolo. Questa lingua è la sola del germanico orientale che avesse un corpus considerevole; tutte le altre, incluse il burgundo e il vandalico, sono conosciute solo tramite i nomi propri sopravvissuti nei resoconti storici. Come lingua germanica, il gotico è parte della famiglia indoeuropea. È la lingua germanica di più antica attestazione, ma non ha discendenti nelle lingue moderne. I più antichi documenti in gotico risalgono a prima del IV secolo. La lingua era in declino già verso la metà del VI secolo. Ciò era dovuto in parte alle sconfitte militari inflitte ai Goti dai Franchi, all'espulsione dei Goti dall'Italia, alla massiccia conversione al Cattolicesimo Romano che parlava principalmente latino ed in parte anche all'isolamento geografico. La lingua sopravvisse nella Penisola iberica (odierne Spagna e Portogallo) al massimo fino all'VIII secolo e lo scrittore franco Walafrid Strabo scrisse che si parlava ancora il gotico nell'area del basso Danubio e in isolate regioni montane della Crimea nel primo IX secolo (vedi gotico di Crimea). I termini ritrovati nei manoscritti tardi (dopo il IX secolo) e che sembrano di provenienza gotica potrebbero non appartenere alla stessa lingua. |
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La cultura materiale che si sviluppò sulle rive del mar Baltico occidentale e nella Scandinavia meridionale durante la tarda età del bronzo europea (1700 a.C.-500 a.C.), nota come età del bronzo nordica, è già considerata la cultura comune ancestrale del popolo germanico. Esistevano a quel tempo insediamenti piccoli ed indipendenti, oltre ad un'economia fortemente incentrata sulla disponibilità di bestiame. Fu questa l'epoca in cui la lingua proto-germanica assunse, all'interno della famiglia linguistica indoeuropea, le proprie caratteristiche peculiari. Il germanico comune - da intendersi più come un insieme di dialetti affini che come una lingua completamente unitaria - rimase sostanzialmente compatto fino alle grandi migrazioni di Germani verso sud. A metà dell'VIII secolo a.C., infatti, i Germani risultano attestati lungo l'intera fascia litoranea che va dagli attuali Paesi Bassi alla foce della Vistola. Intorno al 550 a.C. raggiunsero l'area del Reno, imponendosi sulle preesistenti popolazioni celtiche e in parte mescolandosi a esse. Per approfondire: Età del bronzo nordica, Lingua proto-germanica. |
Superato il pericolo dell'invasione di Cimbri e Teutoni, Roma passò a una politica marcatamente espansionistica verso nord, nei territori dell'Europa centro-occidentale. Il processo, articolato in varie fasi, portò alla conquista di tutte le aree collocate a ovest del Reno e a sud del Danubio, oltre a varie penetrazioni, più o meno stabili, al di là di tale linea. Lungo il Limes, numerosi furono i conflitti tra i Romani e i Germani, che tentarono a più riprese di penetrare nel più ricco e organizzato territorio soggetto all'Urbe. Cesare iniziò la conquista della Gallia, e nuovi conflitti si accesero lungo il Reno. Fin dal 72 a.C. gli Svevi di Ariovisto avevano passato il fiume. La disfatta di Ariovisto non fu comunque sufficiente ad arrestare la pressione esercitata in quegli anni dai Germani sui Galli. Cesare sconfinò nelle terre dei Germani: valicato il Reno, compì razzie e saccheggi. Fissò quindi stabilmente il confine sul Reno. Augusto tentò di spostare il Limes romano dal Reno all'Elba, ma l'occupazione delle terre dei Germani fu effimera, bruscamente interrotta dalla disfatta delle legioni di Varo da parte della coalizione germanica guidata da Arminio (Battaglia della foresta di Teutoburgo del 9 d.C., rimasta leggendaria tra i Germani). Tra l'83 e l'85 una nuova campagna contro i Germani fu condotta da Domiziano. Per approfondire: Battaglia di Idistaviso, Campagne suebo-sarmatiche di Domiziano, Conquista della Gallia, Germania (provincia romana), Guerre romano-germaniche, Limes germanico-retico, Limes romano, Occupazione romana della Germania sotto Augusto. |
Nel III secolo numerosi popoli germanici si misero in movimento, passando in più punti il Limes romano. Durante la dinastia dei Severi (212-236) il Limes settentrionale fu ripetutamente attaccato. Lo scopo delle incursioni era principalmente la razzia e il saccheggio; non si trattava, quindi, di spostamenti di massa. I Germani si unirono in vere e proprie federazioni etniche. Esempi furono i Franchi e gli Alemanni. Nel 260 gli Alemanni riuscirono a penetrare, attraverso il passo del Brennero, in Italia, da dove solo a fatica l'imperatore riuscì a ricacciarli, in una battaglia combattuta presso Milano. I Franchi sorsero dalla fusione di Catti, Cauci, Bructeri, Camavi e Sigambri, tutti Istaevones. Si stanziarono lungo il corso del Reno. Attaccarono il Limes e penetrarono in Gallia in numerose occasioni. Nel 230 i Goti si stanziarono in Mesia, iniziando ad assumere i connotati di federazione. Nel 249 occuparono un'ampia porzione di Dacia, Mesia e Tracia, e quasi annualmente tornarono a compiere incursioni. I Goti si divisero in Ostrogoti e Visigoti. Nel 268 gli Ostrogoti raggiunsero Bisanzio, per poi saccheggiare Sparta, Argo, Corinto e Tebe. Nel 275 i Vandali iniziarono a premere sul Limes lungo il fronte renano, con Franchi e Burgundi. Riuscirono a penetrare e a razziare la Gallia, prima di lasciarsi battere da Marco Aurelio Probo. Diversi nuclei si stanziarono in Gallia su invito dello stesso imperatore, che intendeva così ripopolare la Gallia. Per approfondire: Attraversamento del Reno, Invasioni barbariche del III secolo, Crisi del III secolo, Invasioni barbariche, Limes germanico-retico, Battaglia di Naisso |
Dopo la battaglia di Adrianopoli i rapporti tra Germani e Impero romano mutarono radicalmente. I conflitti non furono limitati al limes, ma divennero migrazioni di massa. Gli scontri ebbero termine con la pace ratificata nel 382 tra Teodosio I e i capi visigoti. Ai Visigoti venne assegnata la Pannonia. Secondo il diritto germanico, i capi goti si ritenevano vincolati ai patti solo in forma individuale; così, alla morte di Teodosio (395), si ritennero liberi di riprendere gli attacchi. Nel 395 i Visigoti occuparono Macedonia, Tessaglia, Beozia e Attica. Nel 401 mossero verso l'Italia, dove vennero ripetutamente sconfitti da Stilicone. Alla morte di Stilicone (408) Alarico tornò in Italia, occupò e saccheggiò Roma (Sacco di Roma del 410). L'orda visigota arrivò in Calabria. Gli Ostrogoti penetrarono in Italia scontrandosi con Odoacre, e sconfiggendolo definitivamente nel 493, e Teodorico divenne patritius. I Vandali passarono il Reno e dilagarono in Gallia. Attorno ai Vandali si era formata una coalizione di tribù. Nel 409 arrivarono nella Penisola iberica, dove divennero foederati. Dal 425 effettuarono incursioni in Nordafrica. Nel giro di un decennio (429-440) i Vandali conquistarono l'intera costa nordafricana. I Franchi furono incaricati di difendere la frontiera del Reno contro Alani, Suebi e Vandali. Nel 476 il re degli Eruli Odoacre depose l'ultimo imperatore romano d'Occidente assumendo il controllo dell'Italia fino all'arrivo di Teodorico. Per approfondire: Gothiscandza, Guerra gotica (376-382), Guerra gotica (535-553), Invasioni barbariche del V secolo, Regno ostrogoto, Regno suebo, Sacco di Roma (410), Scandza, Visigoti. |
Con il termine Vichinghi si denotano solitamente quegli esploratori, commercianti e guerrieri norreni, originari della Scandinavia, che a bordo di navi fecero scorrerie sulle coste delle isole britanniche, della Francia e di altre parti d'Europa fra la fine dell'VIII e l'XI secolo. A questo periodo della storia europea (generalmente racchiuso fra gli anni 793 e 1066) ci si riferisce normalmente con l'appellativo di epoca vichinga. Con questo termine ci si può anche riferire a tutte le popolazioni che abitavano la Scandinavia di quegli anni e ai loro insediamenti in altre parti d'Europa. I vichinghi facevano parte delle popolazioni normanne, solo che il termine "vichingo" indicava un'appartenente a quelle popolazioni costiere, insediate nei fiordi (vik significa infatti "baia"), che erano dedite alla pirateria. Famosi per la loro abilità di navigatori e per le lunghe barche, i vichinghi in pochi secoli colonizzarono le coste e i fiumi di gran parte d'Europa, le isole Shetland, Orcadi, Fær Øer, l'Islanda, la Groenlandia e Terranova; si spinsero a sud fino alle coste del Nordafrica e a est fino alla Russia e a Costantinopoli, sia per commerciare che per compiere saccheggi. Per approfondire: Epoca vichinga, Normanni, Variaghi, Vichinghi |
La carenza di fonti impedisce di conoscere a fondo mitologia e religione dei germani: le loro fonti sono spesso di difficile interpretazione, mentre le fonti latine e greche sono tarde. Conosciamo gli dei germanici, gli Asi e i Vanir, grazie soprattutto alle fonti scandinave. Secondo Tacito i germani non avevano una casta sacerdotale, né effigi religiose, né santuari, né luoghi sacri, anche se sono state trovate rappresentazioni religiose antropomorfe. Esistevano sciamani che permettevano di mediare tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti. È innegabile che le popolazioni germaniche adorassero in prevalenza alcuni elementi naturali, soprattutto alberi e boschi. La similitudine tra albero sacro e Croce fu usata dai missionari cristiani tra l'VIII e X secolo per convertire i popoli germanici in Europa centro-settentrionale. Alla fine dei tempi l'ordine cosmico sarebbe stato concluso dalla battaglia epocale del Ragnarök, quando gli Asi sarebbero caduti e tutto il mondo sarebbe stato inghiottito dalle fiamme del gigante di fuoco Surtr. Per approfondire: Æsir, Cristianizzazione dei Germani, Freyja, Irminsul, Nerthus, Njordhr, Odino, Ragnarök, Thor, Vanir, Wōdanaz, Yggdrasill. |
L'economia dei Germani era fondata essenzialmente sull'agricoltura. Altamente sviluppato era l'allevamento di cavalli, essenziali per gli abili cavalieri germani. |
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Pietra runica U 112, una grossa pietra avente una circonferenza di 18 metri, situata nei pressi di una chiesa in legno chiamata Kyrkstigen. Venne scoperta da Johannes Bureus nel 1594. |